Domenica 24 Novembre 2024
BRUNO MIRANTE
Politica

La rivolta dei sindaci calabresi contro l’Autonomia. “La Regione impugni la legge”

Sono ben settantatré i primi cittadini calabresi che hanno sottoscritto l’appello ‘Una sola Italia’. “Che si porti il disegno di legge davanti alla Corte Costituzionale”

Catanzaro, 25 giugno 2024 – Parte dalla regione Calabria la rivolta dei sindaci contro la legge sull'Autonomia Differenziata. Sono settantatré i primi cittadini calabresi che hanno sottoscritto l'appello ‘Una sola Italia’, lanciato dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita e che vede tra i primi firmatari i colleghi di Cosenza Franz Caruso, di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, di Crotone Vincenzo Voce, di Vibo Valentia Enzo Romeo, di Corigliano-Rossano Flavio Stasi, di Castrovillari Domenico Lo Polito, di Siderno Mariateresa Fragomeni, di Villa San Giovanni Giusy Caminiti, di Palmi Giuseppe Ranuccio. Chiedono alla Regione Calabria di impugnare davanti alla Corte Costituzionale il disegno di legge d’iniziativa governativa.

Manifestazione contro premierato e autonomia a Roma, 18 giugno 2024 (Ansa)
Manifestazione contro premierato e autonomia a Roma, 18 giugno 2024 (Ansa)

“I sindaci della Calabria impegnano il Presidente della Giunta regionale e il Presidente del Consiglio regionale -  si legge nell'appello - ad impugnare davanti alla Corte Costituzionale il disegno di legge d’iniziativa governativa, approvato in via definitiva dalla Camera nella giornata del 19 giugno 2024, collegato alla manovra di finanza pubblica sull’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ma anche tutti gli eventuali provvedimenti attuativi. La legge – sostengono i sindaci – contiene evidenti elementi di anticostituzionalità e mina nella fondamenta l’unità del Paese, sottraendo ingenti risorse e funzioni alle Regioni meridionali, tali da compromettere i valori costituzionali dell’uguaglianza e i diritti alla salute, al lavoro e all’istruzione di tutti i cittadini. Le disposizioni della legge creerebbero, se attuate, inaccettabili discriminazioni tra i cittadini delle Regioni del nord e quelle del Meridione, soprattutto in settori vitali quali la sanità pubblica e l’istruzione, disegnando un Paese diviso a metà e molto lontano dall’impianto voluto dai Padri Costituenti”. L'appello è indirizzato al governatore della Calabria che, nella fattispecie, riveste anche il ruolo di vicesegretario nazionale di Forza Italia e al presidente del Consiglio regionale, il leghista Filippo Mancuso tra i più votati nel collegio meridionale alle passate Europee anche se non eletto. Entrambi i politici nei giorni scorsi non hanno lesinato critiche anche alle modalità con le quali il parlamento è giunto all'approvazione della legge. Proprio il presidente Occhiuto, questa mattina a margine di un evento nella sede della Regione Calabria, ha ribadito la sua posizione: “L’autonomia differenziata deve ancora diventare legge, nel senso che appena sarà promulgata evidentemente il Consiglio regionale ne discuterà. Ho detto pubblicamente  – ha aggiunto Occhiuto – quello che nelle riunioni di partito ho sempre affermato, assumendomi la responsabilità del mio ruolo di dirigente nazionale, l’ho detto sempre in assoluta coerenza perché vi invito a vedere anche i resoconti della Conferenza delle Regioni, quando per la prima volta si è discusso l’autonomia differenziata: anche in quell’occasione io dissi di non avere pregiudizi verso l’autonomia differenziata a condizione che si superasse la spesa storica. Anche in quell’occasione, in sostanza, dissi quello che ho sempre ripetuto, No money no party”. Il leader della Lega Salvini nei giorni scorsi ha detto che il governatore calabrese avrebbe dovuto esprimere la sua contrarietà all’autonomia differenziata prima che la legge passasse, sul punto Occhiuto ha tagliato corto: “Salvini non sa se abbia espresso o meno contrarietà all’interno del mio partito?”.