Roma, 23 novembre 2024 – Onorevole Francesco Silvestri, capogruppo 5 Stelle a Montecitorio: sarà provocatorio, ma non le pare che il colpo d’occhio sulla platea dell’Eur assomigli a una convention del Pd più che del M5s, che faceva il pieno di voti all’insenga dei “vaffa” in piazza?
“Qualcuno vede una similitudine tra le politiche del Movimento e il Pd? La nostra linea sulla politica estera e contro le guerre è diversa da quella del Pd. E lo stesso vale in tema di ambiente e giustizia. Semmai, anzi, è il Pd che si è molto avvicinato ai 5 Stelle sulle politiche sociali: dal salario minimo al reddito di cittadinanza, cui votarono contro. Troppe poche volte ci si rende conto di questa capacità di intervento del M5s, che è all’origine della domanda”.
La domanda più che altro era riferita all’apparente pacatezza riformista della platea...
“Dipende cosa si intende. Non saliamo più sui tetti di Montecitorio, ma rimaniamo quelli che pongono i temi dello strapotere finanziario, la lotta sugli extraprofitti e politiche nette contro la guerra. E gli eventi ci stanno dando ragione. Possiamo dire che l’anima contestatrice è stata riequilibrata da un profilo propositivo. Ma sono anche passati 15 anni”.
E sono anche calati i voti in un contesto di crisi dell’affluenza. Come recuperare una partecipazione alla politica che non si riduca alla protesta né al solo voto telematico?
“Penso che il Movimento abbia una prateria davanti a sé nel momento in cui rappresenta i problemi di famiglie, imprese in crisi duratura di produttività, politiche industriali, emergenza sanitaria, marginalità. Facendolo magari con un vigore diverso dal passato, attraverso le proposte che stanno arrivando dai contributi a questa fase costituente”.
Non crede che le Regionali dimostrino però l’esigenza di un maggior insediamento territoriale del M5s rispetto alla sola partecipazione telematica?
“La partecipazione telematica è sempre stata e sempre sarà solo uno degli strumenti. Dal 2005 io avrò fatto centinaia di banchetti parlando direttamente con le persone. Essendo stati i primi a fare attività telematica si tende a pensare che sia l’unico strumento che utilizziamo, ma c’è un’ampia attività di prossimità, Se poi mi si chiede se la nostra democrazia si misura in rete, rispondo di sì: niente pacchetti di tessere. E oggi dobbiamo essere precursori dei nuovi strumenti che la rete mette a disposizione per per rivolgersi a quel 50% del Paese che non vota, non guarda la tv e non legge i giornali. Un tema serissimo”.