Roma, 5 febbraio 2024 – Muoia Sgarbi con tutti i filistei… Il sottosegretario alla cultura (non più ex visto che Giorgia Meloni ne ha accettato le dimissioni) fa un po’ come Sansone e, dopo la sentenza dell’Atitrust sul “conflitto di interessi” chiede una verifica per tutti i componenti del Governo. Questioni che si intrecciano con la “disavventura” del quadro rubato. Ma cerchiamo di fare un po’ di ordine nella vicenda.
La sentenza dell’Antitrust
L'Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha pubblicato oggi, sul bollettino settimanale, la delibera che riguarda Vittorio Sgarbi dove si legge che "il sottosegretario alla Cultura ha esercitato attività professionali in veste di critico d'arte, in materie connesse con la carica di governo a favore di soggetti pubblici e privati, in violazione dell'articolo 2, comma 1, lettera d) della legge 20 luglio 2004, n. 215".
La lettera di Sgarbi a Meloni
"Non sono d'accordo con la delibera del Agcm, farò ricorso al Tar – scrive Sgarbi nella lettera –. Ma la delibera è chiara: non posso fare la vita che ho fatto per cinquant'anni, non posso essere me stesso e essere sottosegretario. L'Antitrust non ha detto ‘Non va bene questo o quell'attività della vita di Sgarbi’, ma la sua ‘intera attività di scrittore, narratore curatore e storico d'arte’ (e con ciò anche promuovere e vendere i propri libri, come anche tu hai fatto): cioè è la mia vita. Si tratta, come si capisce subito leggendone la forzata motivazione, di una decisione tanto ‘politicamente corretta’, quanto giuridicamente scorretta. Nessun vero giurista comprende infatti per quale ragione tenere una conferenza su Caravaggio, partecipare o presiedere una tavola rotonda su Tintoretto, presentare un libro su Michelangelo, possa costituire una violazione dei limiti di legge, generando una incompatibilità con la funzione ministeriale, al punto da distorcerne il senso’. E ciò anche perché, secondo le norme vigenti, occorre che l'attività ‘connessa’ a quella ministeriale sia svolta in modo ‘professionale’, e fa sorridere che uno possa, ‘per professione’, autografare e presentare libri o inaugurare mostre, e che ciò possa distorcere la funzione pubblica – si legge ancora nella lettera –. In ogni caso, sento il bisogno di ringraziarti per il comportamento da te tenuto nei miei confronti, sempre rispettoso, lineare e mai cedevole verso i molti e agguerriti oppositori che hanno imbastito una vera persecuzione giornalistica e televisiva (con la tv di Stato!) sperando, con me, di mettere in soggezione te e il governo da te presieduto”.
Verifiche per tutto il governo
"Se il governo, per mano di un suo ministro ha promosso una indagine sul conflitto di interessi all'interno del governo, è giusto che io chieda all'Antitrust che si estenda l'indagine a tutte le istituzioni, con gli stessi criteri. Non per ritorsione, ma per rispetto delle istituzioni alle cui decisioni io mi sono rimesso. E che tu ti faccia garante della integrità del governo quanto a possibili incompatibilità, se a me non è consentito parlare e promuovere in ogni modo l'arte e le mie idee”, scrive il sottosegretario dimissionario Vittorio Sgarbi in una lettera alla premier Giorgia Meloni, riportata dal Corriere della Sera.
Le motivazioni dell’Antitrust
"Sulla base degli elementi complessivamente raccolti – si legge nel provvedimento dell'Antitrust – è risultato che il Prof. Sgarbi, nel periodo successivo all'assunzione della carica di Sottosegretario di Stato, ha svolto numerose attività organizzate, quali eventi autonomi ovvero inquadrate nel programma di eventi a carattere culturale di più ampia portata”. E nello specifico si è trattato di attività “riconducibili al genus delle attività professionali”, cosa confermata “oltre che dall'oggetto, anche dal fatto che esse sono supportate da una stabile organizzazione di persone e mezzi a ciò specificamente dedicata”. Dalle indagini dell'Autorità è emerso infatti che due società, Hestia e Ars, “coadiuvanoSgarbi nella gestione di tutte le fasi relative alla prestazione, inclusi gli aspetti logistici”.
In particolare, si legge ancora, Ars "funge da trait d'union tra il critico d'arte e possibili committenti, sottoponendo una sorta di elenco di proposte, con relativa quantificazione dei corrispettivi, all'interno del quale l'organizzatore può scegliere la performance che preferisce (intervento, lectio magistralis, spettacolo teatrale, ecc.), cui possono essere annessi degli extra, anch'essi a pagamento (partecipazioni del critico a presentazioni TV, permanenza successiva alla chiusura dell'evento con disponibilità a farsi fotografare dal pubblico, firmacopie, ecc.)”.
Per la maggior parte di eventi, "Ars risulta aver svolto funzioni di intermediario tra il Prof. Sgarbi e gli organizzatori dell'evento, quest'ultima risulta essere destinataria del pagamento”. Ma secondo l'Antitrust, “sembra difficilmente contestabile che, anche quando il cachet sia incassato, direttamente o indirettamente, da Ars o da Hestia, esso sia almeno in parte qualificabile come corrispettivo dell'attività svolta da Sgarbi”.
Dalle evidenze in atti emerge una sostanziale identificazione del sottosegretario con le due società in questione: tra l'altro socio e amministratore unico di Ars è Antonino Ippolito, collaboratore storico di Sgarbi e suo attuale capo segreteria al Ministero, mentre socia e amministratrice unica di Hestia è Sabrina Colle, compagna di Sgarbi.
L'elemento della occasionalità delle attività svolte da Sgarbi evidenziato nelle memorie difensive, si legge ancora, è "del tutto incompatibile con la realizzazione e il mantenimento di una stabile organizzazione di persone e mezzi il cui fine unico è quello di organizzare, gestire e realizzare gli interventi del Prof. Sgarbi dietro corrispettivo”.
L'Antitrust sottolinea inoltre che "il principio di dedizione esclusiva alla cura degli interessi pubblici non può, di fatto, essere svuotato di contenuto mediante una indefinita sommatoria di attività che, anche là dove ritenute singolarmente consentite, nel loro insieme difettino dei requisiti dell'occasionalità e della temporaneità, comportando una rilevante sottrazione di tempo e di risorse intellettuali al perseguimento degli interessi sottesi alla carica di governo”. Per quello che riguarda invece le attività di offerta al pubblico di prodotti editoriali svolte attraverso il sito Internet www.vittoriosgarbi.it, l'Antitrust comunica la chiusura del procedimento istruttorio per la sopravvenuta cessazione della situazione di incompatibilità ipotizzata nell'atto di estensione oggettiva, anche in seguito alla chiusura della sezione del sito web destinata alla vendita di libri.
Salvini
"Sgarbi? Non ho letto la lettera. Si è dimesso?”. È la replica del ministro dei Trasporti Matteo Salvini alla richiesta di un commento sulle dimissioni del sottosegretario alla cultura e critico d'arte Vittorio Sgarbi.
Meloni: “Dimissioni di Sgarbi accettate”
"Trovo corretta dopo il pronunciamento dell'Antistrust” la scelta di dimettersi “per cui accolgo le dimissioni”. Così la premier Giorgia Meloni parlando ai cronisti dal Giappone e e replicando sul caso Sgarbi. “Sono felice che abbia accolto le mie dismissioni ma io pongo una questione di tipo giuridico: quella della legittimità del ricorso al Tar da dimissionario”. Così Vittorio Sgarbi all’agenzia Ansa, apprendendo della decisione della premier Giorgia Meloni di accogliere le sue dimissioni. “La questione che io ho posto oggi non riguarda il mio rapporto con lei: io mi attengo a quello che mi dice, il problema è quello che dicono gli avvocati. Però – aggiunge – il ricorso lo farò il ogni caso”.