Giovedì 16 Gennaio 2025
REDAZIONE POLITICA

Separazione carriere dei giudici, primo via libera dalla Camera. Come hanno votato i partiti

La riforma costituzionale prevede la suddivisione in due categorie di giudici: requirenti e giudicanti. Stesso destino per il Consiglio superiore della magistratura, che avrebbe due rami. Nordio: “Basta legami tra elettori ed eletti”. Pd: “Si intacca autonomia e indipendenza”

Roma, 16 gennaio 2025 – Primo via libera, dalla Camera dei deputati, per la riforma costituzionale proposta dal governo e che prevede la separazione delle carriere per i magistrati: 174 sì, 92 no e 5 astenuti. Presentata a Montecitorio lo scorso giugno, il suo percorso appare ancora piuttosto lungo: la legge richiede infatti quattro approvazioni in totale (due per ogni camera), e qualora passasse senza il supporto di almeno due terzi dei parlamentari, sarebbe necessaria anche la convocazione di un referendum.

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio (Ansa) e l'esito del voto in aula (Dire)

Le novità

Qualora diventasse legge, la riforma suddividerebbe i magistrati in due categorie: requirenti e giudicanti. Di conseguenza, verrebbero istituiti due Consigli superiori della magistratura che corrisponderanno alle due tipologie di giudici: la presidenza di entrambe sarebbe di nomina del presidente della Repubblica. Sarebbero membri di diritto del Csm giudicante e del Csm requirente, rispettivamente, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Corte di cassazione. Gli altri componenti verrebbero estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal parlamento in seduta comune (dal quale si estrarrebbero anche i nomi dei vicepresidenti) e, per i restanti due terzi tra i magistrati.

Ma i due Csm separati non sarebbero l’unica nuova istituzione introdotta dalla riforma firmata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio: l’Alta corte disciplinare si occuperebbe della giurisdizione disciplinare nei confronti dei magistrati ordinari, sia giudicanti che requirenti.Sarebbe composta da 15 giudici: 3 nominati dal presidente della Repubblica; 3 estratti a sorte da un elenco compilato dal parlamento in seduta comune; 6 estratti a sorte tra i magistrati giudicanti; 3 estratti a sorte tra i magistrati requirenti. Ci sarebbe la possibilità di impugnare le sentenze dell'Alta corte dinnanzi all'Alta Corte medesima, che andrebbe a giudicare con una composizione differente rispetto alla prima istanza.

Come hanno votato i partiti

A votare a favore insieme alla maggioranza sono state anche Azione e +Europa. Italia Viva si è invece astenuta perché, pur concordando con buona parte della riforma, è contraria al sistema del sorteggio.

‘No’ invece da Partito democratico, Movimento 5 stelle e Alleanza verdi e sinistra. L’approvazione è stata accolta da un fragoroso applauso del centrodestra.

Nordio: “Magistratura non è indipendente da se stessa”

"La madre delle riforme, che è la separazione delle carriere, e soprattutto l'istituzione dell'Alta corte di giustizia, e il sorteggio dei magistrati avranno a seguire tutta una serie di conseguenze positive per la stessa magistratura – le parole del ministro Nordio dopo l’approvazione – La magistratura oggi è indipendente dal potere esecutivo, e deve esserlo e lo resterà ma non è affatto indipendente da se stessa”. “I magistrati – ha spiegato – dipendono oggi dalla sedimentazione correntizia che li tiene sotto tutela. In questo modo noi li svincoleremo e spezzeremo questo legame patologico che unisce elettore ed eletto e che trova la sua manifestazione più patologica nell'ambito della sezione disciplinare”.

Serracchiani: “Così si indebolisce magistratura”

“Ma c'era proprio bisogno di questa riforma? – si chiede la responsabile Giustizia del Pd, Debora Serracchiani – A noi sembra chiaro l'intento punitivo di questa riforma, come chiaro ci appare il furore ideologico che l'accompagna. Al di là dell'affermazione di principio sulla unitarietà dell'ordine giudiziario, non ci si limita a separare le carriere, ma si fanno due distinte magistrature governate da due distinti Csm”. “Si prende quindi un potere unico per farne due mezzi poteri – sostiene – indebolendo in questo modo l'ordine giudiziario ed intaccandone autonomia ed indipendenza”.