Venerdì 21 Febbraio 2025
REDAZIONE POLITICA

Ddl riforme, scure di Grasso: "Via oltre 70 milioni di emendamenti". Salvini attacca: "Si vergogni"

Ne restano in campo 500mila "già ricevuti" dalla Commissione Affari costituzionali. Il Carroccio: "Precedente gravissimo". Il presidente del Senato: "17 anni solo per leggerli", "irricevibili per abnormità"

Roberto Calderoli e Pietro Grasso

Roma, 29 settembre 2015 - Il presidente del Senato, Piero Grasso, ha bocciato oltre 70 milioni di emendamenti alle riforme istituzionali del Ddl Boschi presentati dal senatore Roberto Calderoli  giudicandoli "non inammissibili" ma comunque "irricevibili" perché esaminare "l'abnorme numero" potrebbe "bloccare i lavori parlamentari per un tempo incalcolabile". Salvi solo i circa 500mila "già ricevuti" dalla Commissione Affari costituzionali.

REAZIONE PADANA - "Vengono esclusi una serie di emendamenti a prescindere dal merito, lei esclude gli emendamenti perché non ha modo di verificarne il merito. Lei sta creando un precedente gravissimo", attacca il vicepresidente della Lega, Raffaele Volpi, protestando in aula per la decisione e per la patente di "abnormità" data dalla seconda carica dello Stato alla mole delle proposte leghiste.

SALVINI - "Il presidente Grasso si dovrebbe vergognare per il suo atteggiamento nei confronti di una discussione importante come quella della riforma della Costituzione. Evidentemente per certa gente cambiare il Senato e la Costituzione è come bersi un caffè la mattina. Non ci spaventano né lui né Renzi", afferma il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.  "Renzi - aggiunge - non tocca una virgola, nemmeno se di emendamenti gliene presenti sette. Dice che così si rallenta la sua gioiosa macchi da guerra".  Il segretario del Carroccio ribadisce però che lui, a differenza di Calderoli, farebbe milioni di emendamenti su altri temi. "Sulla legge di stabilità, dove c'è la Fornero - spiega - ne farei anche miliardi".

CALDEROLI PROVOCA - "Stavo pensando a una riformulazione". Così Roberto Calderoli risponde ai cronisti a Palazzo Madama a proposito degli oltre 350mila emendamenti che Grasso ha 'salvato' in Aula dichiarandoli "ricevibili". Calderoli, interpellato sulla possibilità di trovare un accordo con la maggioranza e in attesa del vaglio di ammissibilità, ha risposto con questa provocazione: "Potrei anche riformularli". Poi la battuta: "Ringrazio il presidente Grasso e ha tutta la mia solidarietà, perché in tanti anni non ho mai sentito da palazzo Chigi fissare la convocazione della capigruppo e fissare la data dell'approvazione finale di una legge e mi aspetto il dito di Renzi che vota al posto mio. Mi dispiace, ma da quest'oggi in Aula è vigente il regolamento del Marchese del Grillo: 'Io sono io e voi non siete un c...'".

BOTTA E RISPOSTA - Per poter valutare gli emendamenti "abbiamo calcolato che ci vogliono 17 anni, l'abonormità è oggettiva", osserva ancora Grasso rispondendo alle polemiche di Vito Crimi (M5S) su taglio. "La mia decisione - aggiunge infatti Grasso - non riguarda i vostri che sono in un numero ragionevole" (meno di 200, ndr).