Roma, 14 giugno 2019 - Nuovo cambio di rotta all'alba per la Sea Watch 3, con a bordo 53 migranti salvati da un gommone in avaria. La nave della ong tedesca è giunta a poche miglia da Lampedusa, obiettivo dichiarato nonostante il divieto espresso dal Viminale, per poi virare verso est, in direzione di Malta. "Niente Malta. Sea Watch ha cambiato nuovamente rotta: ciondola nel Mediterraneo e gioca sulla pelle dei migranti, nonostante abbia chiesto e ottenuto un porto da Tripoli. Stiamo assistendo all'ennesima sceneggiata: dicono di essere i buoni, ma stanno sequestrando donne e bambini in mezzo al mare. Per loro, porti chiusi" ha detto Matteo Salvini, durante un'intervista a Radio Cusano Campus. Nel frattempo la nave si è nuovamente avvicinata a Lampedusa.
"Si sono avvicinati a Lampedusa, abbiamo ovviamente e legalmente imposto fermi e divieti, ma non pensino di passarla liscia anche perché, per questa loro sfida politica senza senso, hanno a bordo 53 persone, non ci facciamo dettare le regole sull'immigrazione o imporre leggi contrarie a quelle approvate da governo e Parlamento da una Ong tedesca che usa una nave olandese evidentemente fuori legge. È la terza volta che la stessa nave negli ultimi mesi ha lo stesso comportamento" ha aggiunto il segretario della Lega.
STRISCIONI SULLA SEA WATCH - Due striscioni sono stati appesi a bordo della Sea Watch 3: "open ports, open hearts" ovvero "aprite i porti, aprite i cuori". Su Twitter l'appello:
#SeaWatch rimane senza un porto SICURO assegnato con a bordo 53 persone di cui 5 minori, 2 molto piccoli. Davvero un Ministro della Repubblica Italiana vuole costringerci a portare queste persone in un Paese in guerra? Davvero l’UE permette una tale violazione dei diritti umani? pic.twitter.com/DrnMop2Vdn
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 14 giugno 2019
L'INTERVENTO DELL'UE - "Non commentiamo i commenti di un ministro. In generale la Commissione non ha le competenze per decidere se una nave può sbarcare persone o indicare un posto per lo sbarco" spiega la portavoce della Commissione Ue, Natasha Bertaud, intervenuta da Bruxelles sulla vicenda Sea Watch 3. "Tutte le navi con bandiera europea sono obbligate a rispettare il diritto internazionale e il diritto sulla ricerca e salvataggio in mare che comporta la necessità di portare delle persone in un posto o posto sicuro - ha aggiunto -. La commissione ha sempre detto che queste condizioni non si ritrovano in Libia".