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Politica

"Buona scuola? Ha provocato danni". Il ministro Bussetti: ma no a un'altra riforma

Il titolare dell'Istruzione: troppa sfiducia, priorità a sicurezza degli edifici e assunzioni

Il Ministro dell'Istruzione Marco Bussetti (Newpress)

Roma, 26 luglio 2018 - La ‘Buona scuola’ ha causato “danni irreparabili” e c’è un “clima di confusione e sfiducia”, ma non ci saranno “riforme organiche. Basta scosse”. A parlare è il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.

Anno scolastico alle porte: tutti in classe entro quando?

“Sono al lavoro fin dal mio insediamento per garantire un avvio di anno ordinato e regolare. Nei prossimi giorni faremo anche il punto con tutti gli Uffici scolastici regionali. Siamo in piena estate, ma tutti gli uffici continuano a operare in modo serrato”.

Ha chiesto oltre 57mila assunzioni ma per alcuni sindacati sono poche.

“Sono più di quelle dell’anno scorso. E i sindacati lo sanno. Siamo partiti dalla copertura del turn over e cercheremo poi di coprire quanti più posti vacanti possibili. Anche per gli Ata abbiamo previsto più di 9.000 assunzioni. E stiamo sbloccando il concorso per i direttori dei servizi amministrativi, i vertici delle segreterie, per capirci, che svolgono un ruolo essenziale nelle scuole. Dobbiamo parlare di tutto il personale”.

Buona scuola, cosa si salva?

La legge 107 ha creato danni irreparabili sotto certi aspetti, ma la scuola non ha bisogno di ulteriori scossoni, ce lo dice il clima di confusione e sfiducia che ho trovato al mio arrivo in viale Trastevere e che si è vissuto in questi anni nelle scuole. Il nostro obiettivo è riordinare e intervenire sui problemi causati dalla ‘Buona scuola’. La cosiddetta ‘chiamata diretta’ dei docenti avrebbe potuto essere un’innovazione interessante, ma era connotata da eccessiva discrezionalità. E nella sua applicazione le scuole sono state lasciate sole. Per questo abbiamo deciso di eliminarla”. 

Esclude una riforma organica della scuola?

“Non serve, per ora, una nuova riforma organica, la scuola a cui lavoro deve mettere al centro gli studenti e le loro esigenze, valorizzando le differenze e le attitudini di ciascuno. Una scuola che si relazioni in modo costante con il territorio e che ricostruisca un’alleanza formativa con le famiglie, restituendo ai docenti il ruolo fondamentale, da troppo tempo disconosciuto, di mediatori ed educatori”.

È utile ripristinare alcune ore ‘ad hoc’ di educazione civica?

“L’educazione civica è fondamentale. Più che lavorare a un’ora dedicata dobbiamo fare in modo di rafforzare il suo inserimento trasversale nei programmi delle altre discipline, così il tempo dedicato sarà molto più lungo e l’approfondimento maggiore”. Cosa farà per arginare l’emergenza bullismo? “Bisogna agire in modo profondo sull’educazione, anche dando risalto ai tanti casi di buone pratiche che purtroppo fanno molto meno rumore degli episodi di bullismo. Penso al caso delle otto ragazze di un liceo di Latina che hanno discusso la tesina della loro compagna Martina, deceduta poco prima dell’inizio degli esami di maturità. Martina avrà così il suo diploma”. Spesso i vincitori di concorso chiedono il trasferimento dopo solo un anno… “L’obiettivo è bandire concorsi solo dove ci sono posti liberi per le assunzioni, vincolando poi, per un periodo, la permanenza di chi viene assunto”.

A quando la soluzione per le maestre diplomate?

“Insieme ai miei uffici, abbiamo lavorato a una soluzione che garantisca un ordinato avvio del prossimo anno scolastico, la continuità didattica e, al contempo, il rispetto dei diritti di tutti gli interessati. In Parlamento stanno arrivando ulteriori emendamenti che proseguono su questa linea, in funzione di un concorso che regolarizzi stabilmente i maestri e le maestre. Abbiamo ereditato questa situazione che non è stata affrontata per mesi”.

Si può semplificare la selezione dei presidi che durerà oltre un anno?

“Parliamo di un corso-concorso che prevede una procedura lunga e complessa, ma valuteremo i tempi di esecuzione di ogni fase anche in base al numero di candidati selezionati in ciascuna regione”.

Ci sono più di 8.000 scuole in Italia. Il concorso promuoverà poco più di 2mila nuovi presidi. Ministro, i conti non tornano.

“I conti tornano e i dati sono questi. L’ultimo concorso risale al 2011. L’obiettivo è la copertura dei posti vacanti e disponibili per il prossimo triennio e il superamento del fenomeno delle reggenze. Attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate”.

Ci sono stanziamenti previsti per la messa in sicurezza delle scuole?

“Abbiamo a disposizione quasi 7 miliardi di euro da erogare agli enti locali proprietari di edifici scolastici. Vogliamo utilizzarli in fretta. Non lasciarli nei cassetti come chi ci ha preceduti”.

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