Martedì 21 Gennaio 2025
ELENA G. POLIDORI
Politica

Conte e lo showdown stellare: "Grillo mi pregò di fare politica. E ora è un monarca assoluto"

L’ex premier: "Beppe si è allontanato dalla comunità e ne rivendica il diritto di patronato". Oggi il risultato del voto bis degli iscritti sul ruolo del garante, il simbolo e i mandati

Roma, 8 dicembre 2024 – Nel peggiore dei modi, tra frecciate, provocazioni e accuse reciproche, si sta consumando lo showdown delle nuove consultazioni del M5s ma di fatto, del Movimento 5 Stelle stesso. L’esito del nuovo voto sullo statuto sarà chiaro solo nella tarda notte di domenica, ma a questo punto qualunque sia il risultato non sposterà di molto le distanze, ormai siderali, tra il fondatore Grillo e l’attuale presidente, Giuseppe Conte, impegnati in un corpo a corpo verbale che dura ormai da settimane e che ha trovato il suo momento più acuto con la lettera annuncio beffarda inviata dal comico ad Elly Schlein, segretaria del Pd, per "raccomandargli" Conte proprio come guida del Pd "visti i voti che ha trasferito dal Movimento al Pd".

Conte e lo showdown stellare: "Grillo mi pregò di fare politica. E ora è un monarca assoluto"
Giuseppe Conte, 60 anni, presidente del Movimento 5 Stelle, continua la sua battaglia contro Beppe Grillo

E la conseguente risposta del leader M5s di voler inviare una missiva a Mario Draghi per suggerire "Grillo nel ruolo di consulente". "L’errore di Grillo è un errore di ingenuità – ha spiegato anche sabato il presidente stellato – è di aver anteposto il rapporto personale con Draghi all’obiettivo della rappresentanza politica della comunità". A un certo punto, ha raccontato Conte rievocando quel passaggio politico, "Di Maio inizia a guardare il re sole Draghi e inizia a infatuarsi completamente e spariscono le battaglie, il suo ruolo politico a fianco del movimento. È stato difficile per la mia leadership e per tutta la comunità difendere le nostre battaglie perché la mattina alle 8 ti arriva la telefonata di Grillo: ‘Ma tu vuoi far cadere il governo Draghi?’". Invece, sostiene sempre Conte, "se fossimo andati a votare" dopo la caduta del Conte 2 "avremmo vinto le elezioni perché il consenso era molto forte, e la prospettiva" di vincere "era molto probabilistica".

Una situazione evidentemente irrecuperabile, invece, quella attuale, che sta facendo male al Movimento sotto il profilo dei sondaggi ma anche sul fronte della sua ‘tenuta’ nella coalizione di centrosinistra, per quanto Conte non veda scissioni all’orizzonte: "Grillo si è allontanato dalla comunità e ora ne rivendica un diritto di patronato", ha attaccato. L’accusa al comico è di comportarsi come un "monarca assoluto" che non riconosce "il percorso che stanno facendo queste persone. Un percorso di persone adulte e mature che da anni su suo incitamento e ispirazione stanno portando avanti delle battaglie e che con passione hanno vinto tante sfide. E oggi questo percorso viene disconosciuto dal garante stesso perché questa comunità ha deciso addirittura "di realizzare il principio fondativo del Movimento: la democrazia partecipativa".

Il leader M5s ripercorre le tappe che lo hanno portato in politica, sottolineando come sia stato proprio Grillo a "pregarlo" di scendere in campo: "Per due-tre mesi ho preso tempo perché ero consapevole dei nodi irrisolti, a partire da ruolo del Garante". "La base del Movimento ha scelto i quesiti, e purtroppo per lui – ricorda – di defenestrare questa figura" e Grillo cosa fa? – prosegue – "ci chiede di rivotare; è un estremo esercizio da sovrano assoluto". Tanto che il consiglio al comico genovese è di provare a fare una "fondazione, perché in quella è consentito essere antidemocratici e può decidere di mettere chi vuole".

D’altra parte, sostiene Conte, "Grillo ha una personalità complicata, come me, per carità, ma ho fatto di tutto in questi anni di leadership per coinvolgerlo; io sono stato spesso da lui quando veniva a Roma, ma non ha mai incontrato i capigruppo". Conte ora non si tira indietro all’idea di costruire un’alternativa al governo, ma rimarca "l’indipendenza" del suo partito: "Il Pd si è ritrovato in Europa a votare con Meloni, noi no", ha sottolineato ancora una volta, "non faremo gli junior partner o il cespuglietto di chi vuole andare a governare". Una provocazione che però la leader dem non ha raccolto: "Continuiamo a non perdere tempo in polemiche tra di noi, al nostro interno, ma neanche con le altre forze alternative alla destra. È importante, le polemiche sono un grande dispendio di energia", sottolinea Elly Schlein.