Giovedì 7 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Scontro sui migranti. Il progetto Albania va avanti. Ma anche Palermo bussa alla Corte Ue

Otto naufraghi salvati in mare dalla Marina Militare sono in viaggio sulla nave Libra verso il centro di Gjader. Dopo Bologna, Catania e Roma anche i giudici del capoluogo siciliano chiedono un parere sulla norma ’Paesi sicuri’.

Scontro sui migranti. Il progetto Albania va avanti. Ma anche Palermo bussa alla Corte Ue

Sos Mediterranée ha soccorso ieri 38 migranti, che si trovavano a bordo di un gommone sgonfio, in zona Sar maltese

Pensavano che un nuovo decreto, quello firmato il 28 ottobre scorso, con l’elenco dei Paesi ritenuti "sicuri" avrebbe messo una pietra tombale sopra la possibilità della magistratura di interrompere l’operazione Albania e la linea del governo sull’immigrazione. Errore. Mentre la Libra, il pattugliatore della Marina Militare sta nuovamente solcando il mare alla volta delle coste albanesi con 8 migranti a bordo (dovenano essere 14, ma le regole imposte per il ’reclutamento’ hanno consentito, alla fine, solo questi numeri, come ha ricordato ieri anche il ministro Piantedosi, ndr), il tribunale di Palermo ha sospeso la convalida del trattenimento alla frontiera di due migranti, un senegalese e un ghanese, ospitati nell’hotspot di Porto Empedocle.

Entrambi hanno chiesto lo status di rifugiato. I giudici hanno chiesto un parere alla corte di Giustizia dell’Ue per "chiarire se un Paese terzo può essere definito sicuro qualora vi siano categorie di persone per le quali esso non soddisfa le condizioni di tale designazione, enunciate nelle direttive Ue". Nel frattempo è stata disposta la liberazione dei due migranti.

Palermo, dunque, dopo Bologna, Catania e Roma, pur con richieste diverse, a significare l’impossibilità della magistratura di definire, per decretazione d’urgenza, quali possano essere considerati Paesi sicuri e quali no. A meno che non lo dica la Ue. Il ministro dell’Interno ha confermato l’attenzione delle autorità sulla questione, ricordando che detti Paesi "sono indicati dalla legge e alcune decine di migranti sono stati esclusi perché hanno esibito il documento, che è una condizione di esclusione del trattenimento. Per noi è una cosa importante".

L’operazione Albania, dunque, va avanti, con la conferma che arriva dal governo sulla volontà di"implementare gli accordi di riammissione dei migranti con i Paesi di origine dei flussi – sono sempre parole di Piantedosi – attraverso la realizzazione di nuovi ulteriori Centri di permanenza per i rimpatri". "Dall’inizio dell’anno allo scorso - ha proseguito - sono stati 4.514 i migranti rimpatriati, con un aumento del 15% sul 2023 e del 34% rispetto al 2022. Abbiamo l’intenzione di aumentare ulteriormente il numero effettivo dei rimpatri, in linea con l’obiettivo di rafforzare il sistema di espulsione che la stessa Ue si è data".

Ma sul fronte "gestione dell’immigrazione" arriva anche la richiesta del tribunale di Crotone del rinvio a giudizio per 6 militari tra Finanza e Capitaneria di porto, con l’accusa di naufragio colposo e omicidio plurimo colposo per il "caso Cutro"; a parere dei giudici, si sarebbero verificate ‘inerziè e ‘omissionì che avrebbero contribuito al concretizzarsi della tragedia dove morirono 180 persone. Il centrodestra (da Giorgetti a Freni) si è espresso in sostegno dei militari, ma è chiaro che il caso Cutro è destinato a riaprirsi.