Giovedì 14 Novembre 2024
ALESSANDRO CAPORALETTI
Politica

Scholz (Meeting Rimini): "Partito dei cattolici? Irrealistico pensarlo, sì all'accoglienza"

Il presidente della Fondazione: la Ue è un bene da costruire e custodire "I giovani che arrivano in Italia devono trovare luoghi di formazione al lavoro"

Bernhard Scholz

Bernhard Scholz

Rimini, 26 agosto 2024 - Bernhard Scholz, presidente della Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli, archiviata la 45esima edizione, qual è il messaggio politico?

"C'è una società civile viva, che ha voglia di affrontare i grandi temi della contemporaneità e di costruire insieme il futuro. Abbiamo parlato di economia, formazione dei giovani, integrazione, con 450 relatori, cento dall'estero, un'affluenza più alta dell'anno scorso, tanti visitatori e una partecipazione molto intensa specie da parte dei ragazzi. Sono molto soddisfatto La democrazia vive anche e soprattutto della comprensione dei problemi, noi di renderli trasparenti affrontandoli nel segno del dialogo con chi ha responsabilità di governo. e nelle istituzioni. Il dialogo è decisivo per le democrazie".

Accoglienza, sostenibilità, diritti: che cos'è l'essenziale da cercare nel mondo di oggi?

"È essenziale che le persone si assumano la responsabilità di costruire insieme, questo ci sostiene nella libertà. Dobbiamo avere un'attenzione appassionata all'educazione e alla formazione dei giovani, bisogna lavorare insieme perché possano avere futuro, si pensi ad esempio alla grande" questione del debito pubblico”.

Dal palco del Meeting il ministro Tajani ha rilanciato sullo ius scholae, tema che sta dividendo la maggioranza. Che ne pensi?

"I giovani che arrivano nel nostro Paese hanno bisogno di essere accolti e di trovare luoghi di formazione che permettono di entrare nel mondo del lavoro. È un bene per loro, ma anche per l'Italia. Sulle forme giuridiche bisogna discutere, tenendo conto di strutture e modalità dei percorsi formativi già presenti nella società civile Ma è il Parlamento che deve decidere".

Parlando di Pnrr, il ministro Giorgetti ha criticato l'Europa delle regole e della burocrazia: «Il Pnrr ricorda i piani quinquennali dell'Urss».

"Noi consideriamo che l'Unione europea sia una necessità, un grande dono che abbiamo dopo le guerre. È un bene da costruire e da custodire. Ma è anche vero che nella sua configurazione bisogna trovare le migliori modalità di collaborazione, che ci sia troppa burocrazia è un concetto che condivide tutti. Sono invece convinto che il Pnrr debba essere accolto dall'Italia come una grande opportunità e una possibilità per sostenere la crescita".

Qual è oggi lo spazio politico dei cattolici, il loro ruolo? Dopo la Dc, c'è margine per un partito dei cattolici?

"Parlare di partito dei cattolici è irrealistico. È molto più reale parlare dell'impegno di molti cattolici in politica. E anche se da schieramenti diversi, c'è qualcosa che li unisce: l'impegno per il bene comune che invita al dialogo tra partiti piuttosto che alla polarizzazione delle posizioni".

La guerra in Europa e nel Medio Oriente. I cattolici sono sempre più dubbiosi sull'invio di nuove armi all'Ucraina, voi avete portato al Meeting il nunzio apostolico a Kiev e testimonianze toccanti di rifugiati. Qual è la via della pace, resistenza o negoziati?

"Pur rispettando il diritto di ogni popolo da difendersi, bisogna impegnarsi al meglio nella diplomazia perché si possa arrivare a una pace che sia giusta. Una pace ingiusta sarebbe solo l'anticamera di nuovi conflitti. Ma è decisivo che ci sia una riconciliazione attraverso il dialogo tra i popoli. Questo abbiamo portato al Meeting, un grande segno di speranza. I popoli non devono pagare gli errori dei governi, ma superare l'odio e il rancore e rimanere aperti alla riconciliazione.

Futuro e lavoro come grandi incognite: oggi i giovani sono incerti, spaventati e forse anche più cinici.

"Qui abbiamo tremila giovani volontari che si impegnano, ascoltano e accolgono. Se diamo ai ragazzi la possibilità di scoprire il loro talento, di essere utili al mondo, sono sempre pronti a mettersi in gioco. Ma bisogna prenderli sul serio, valorizzarli e testimoniare loro che c'è una strada per costruire il futuro".

Transizione verde: ambiente ed economia possono viaggiare insieme oltre posizioni ideologiche o massimaliste?

"La grande sfida è di mettere insieme le due cose, green ed economia devono viaggiare di pari passo, non possono essere separati. È la grande sfida dell'Europa e qui abbiamo avuto un laboratorio di dialogo".