Roma, 29 aprile 2023 – Francesca Ragazzi ha appena perso un volo. Real life, vita reale, anche per la direttrice – head of editorial content – di Vogue Italia: non ci sono mica solo momenti patinati. Il telefono però inizia ad andare in ebollizione: primo pomeriggio, l’America si risveglia, Anna Wintour fra due giorni ha il Met Gala, il più importante momento per la moda mondiale. Poi riunioni, aggiornamenti. E, soprattutto, un caso da milioni di pagine viste sul web, con un post deflagrato in una piattaforma da 7 milioni di follower che porta, da 48 ore, #armocromia ed #EllySchlein fra i trend topic di Twitter. L’intervista di Vogue Italia alla segretaria del Pd, la prima vera intervista rilasciata con buona pace dei quotidiani, farà il giro del mondo. Dalla Gran Bretagna alla Spagna agli Usa.
Francesca Ragazzi, si aspettava una eco così grande?
"E’ nella storia e natura di Vogue parlare di società, di novità. E’ normale per noi raccontare il cambiamento. Essendo Elly Schlein una giovane donna protagonista della nuova scena internazionale, noi l’abbiamo semplicemente voluta fare conoscere".
Siete entrambe di Bologna. Conosceva già Elly Schlein?
"No"
E l’idea allora com’è nata?
"Schlein ci piaceva, rappresenta i nostri valori, quelli della diversità, dell’inclusività, i diritti civili, la sostenibilità, l’accoglienza. Parlando di tutto questo, si allineava a noi come giornale, su tutte le piattaforme, facendolo con un linguaggio che è anche digitale. Questa intervista è già sul web, uscirà in edicola il 3 maggio. Oggi il contenuto è più importante del suo contenitore".
Torniamo a Schlein. Si aspettava che la prima uscita fosse su Vogue Italia?
"Noi abbiamo sempre raccontato la leadership femminile, abbiamo una lunghissima tradizione, pensate agli Usa. Lei è un giovane personaggio femminile, Vogue è un femminile: vogliamo imparare a conoscere le persone attraverso le loro caratteristiche di posizione e personali. Questo è stato il taglio. Ed è in linea farlo con il nostro linguaggio, che è quello della moda. Per questo lei ha parlato di stile, nominando l’armocromia. Una riga su cento".
L’armocromia che però ora è il primo tema di discussione. Anche nell’agenda politica.
"Ma è da anni che ne parliamo, abbiamo fatto articoli su articoli, non è mica una novità. Elly ci ha parlato di colori e di vestiti, pur preferendo indossare i suoi rispetto a quelli proposti da noi. Di solito selezioniamo e consigliamo collezioni e designer, i vestiti esprimono messaggi. E il messaggio che vogliamo mandare con Vogue Italia è che estetica, etica e pratica possono convivere e la moda è una parte importante del linguaggio non verbale".
Forse Schlein ha messo in conto di ricevere critiche. Perché allora questa scelta di comunicazione?
"Per farsi conoscere alle nuove generazioni dove, come la stessa Schlein dice, sta emergendo una nuova consapevolezza. Lei ha già una platea, ora va a conquistare una audience più giovane, cercando la condivisione di certi valori, con una visione già internazionale".
Tutto questo regge anche per la leader della sinistra?
"Non è questione di appartenenza o di pagelle o di giudizi. Schlein va su Vogue perché è una donna moderna del cambiamento. Ci siamo attenuti a conoscerla. A darle uno spazio: un atto di conoscenza, accoglienza. Un atto anche politico".
I critici dicono: la leader della sinistra non può finire su Vogue, rivista elitaria.
"Elitaria? Ma non è più elitaria da un secolo, suvvia. E’ anzi, una voce moderna e che parla a tanti".
Crede abbia influito anche il fatto che Schlein sia una donna? Se fosse stata un uomo e ci fosse stata una riga sulle cravatte come sarebbe andata?
"Schlein è nel mirino perché è una donna giovane in politica, un fatto che non è accettato ancora. Se poi parli anche di moda...".