Il piano pandemico prevede che tutte le istituzioni coinvolte nella gestione dell'emergenza debbano " essere dotate di risorse necessarie e impiegarle in maniera efficiente ed efficace, rendicontando pubblicamente il proprio operato". Per "ridurre al minimo l'eventualità che si verifichi una scarsità di risorse in caso di evento pandemico", occorre un'adeguata "preparazione e pianificazione". Nell'eventualità di mancanza di fondi, la scelta di come impiegarli deve essere "trasparente e guidata dal principio deontologico e giuridico della uguale dignità di ogni essere umano, dall'assenza di ogni discriminazione e dal principio di equità". Sarànno i medici, supportati "da una riflessione interdisciplinare", a "valutare il bisogno clinico dei singoli pazienti secondo i criteri di urgenza, gravosità ed efficacia terapeutica e di deontologia professionale". Il testo ricorda poi il criterio di inclusività e rispetto del contesto sociale nella consapevolezza che "ogni tipo di misura possa gravare in maniera differente su gruppi di popolazione diversi tra loro per tratti sociali, economici, culturali, clinici". Tra le popolazioni particolarmente fragili e vulnerabili a cui prestare particolare attenzione si elencano "i grandi anziani, coloro che sono ospitati all'interno di Rsa, le persone affette da patologie rare, psichiatriche, oncologiche, da comorbidità severe o immunodeficienze, le persone che vivono in condizioni di particolare fragilità sociale o economica, le persone migranti e le persone in regime di detenzione".
PoliticaCosa prevede il nuovo Piano pandemico nazionale: vaccini solo "se sperimentati". Mai più Dpcm per i lockdown