È considerata la riforma delle riforme. Tanto che il governo Meloni ha deciso di dedicare la riforma della giustizia alla memoria di Silvio Berlusconi. Lo scorso maggio è arrivato il via libera in Consiglio dei ministri, ma trattandosi di una legge di modifica della Costituzione, dovrà essere approvata da Camera e Senato con due deliberazioni a un intervallo di almeno tre mesi. La riforma riceverà il via libera solo se nella seconda votazione le due Camere approveranno la legge con una maggioranza dei due terzi. Se ci sarà una maggioranza semplice, la legge dovrà affrontare il referendum. In questo secondo caso, la riforma non diventerà legge prima del 2026.
Ma cosa prevede esattamente la riforma? Il punto principale è la separazione delle carriere. Fin da subito al magistrato spetterà una scelta definitiva sulla sua funzione: requirente (pubblici ministeri che conducono le indagini) oppure giudicante (giudici di tribunale o corti) . I Consigli superiori della magistratura diventeranno due. I trenta membri tra togati e laici (per ogni Csm) verranno scelti per sorteggio.