I dossier più caldi sono due: Ucraina e Medio Oriente. L’Italia (assieme a Ungheria, e Slovacchia) si è opposta all’abolizione delle restrizioni sulle armi a Kiev, ma secondo la presidente del Consiglio la nostra posizione non è cambiata. “L’Italia – ha spiegato qualche giorno fa Antonio Tajani, ministro degli Esteri – gioca la sua partita di portatrice di pace, una pace giusta per l’Ucraina che non può essere mutilata, non può essere considerata un Paese dipendente”. Per quanto riguarda il Medio Oriente, il nostro governo continua a sostenere l’ipotesi dei due Stati. “Dobbiamo dare garanzia a Israele di essere un Paese sicuro, che nessuno pensi di cancellarlo dalla carta geografica, e dobbiamo permettere al popolo palestinese – ha sottolineato il titolare della Farnesina – di realizzare il proprio sogno di avere uno Stato che riconosca Israele e sia riconosciuto da Israele”. Sullo sfondo, restano la stabilizzazione della Libia e il Piano Mattei per l’Africa. Collegato a questi due dossier c’è il nodo migranti. Gli sbarchi rispetto al 2023 sono in calo, ma il governo è rimasto scottato dalle decisioni dei giudici di rimandare in Italia i migranti che erano stati destinati ai centri fatti costruire in Albania.
PoliticaDue anni di governo Meloni: cosa è stato fatto e le prossime sfide