Sul brevissimo termine (la scadenza è dicembre), c’è da finalizzare la Manovra. L’impalcatura da 30 miliardi è già stata presentata nei giorni scorsi. Confermato il taglio al cuneo fiscale e la rimodulazione delle aliquote Irpef. Nei prossimi due mesi il governo dovrà vigilare sul consueto assalto alla diligenza, dove non mancheranno i tentativi di infilare qualche emendamento ad hoc. La sfida più grande resta quella della crescita: il Pil e la produttività del sistema Paese stentano a decollare. Tra le promesse fatte in campagna elettorale, ma non ancora mantenute c’è quella sull’estensione del regime forfettario al 15% (la cosiddetta flat tax).
Tra le grane da risolvere, c’è la crisi dell’automotive, ovvero dell’unico produttore che c’è in Italia: Stellantis. Il governo ha più volte minacciato l’ad Carlos Tavares di voler attirare un concorrente in Italia. Resta il fatto che l’ex Fiat è tornata di nuovo a chiedere denaro pubblico per sostenere le vendite delle auto elettriche. Denaro che il governo, al momento, non pare intenzionato a elargire con leggerezza. L’altra grande sfida è quella delle privatizzazioni. Tra il 2024 e il 2026 il governo pensa di incassare circa 20 miliardi.