Sabato 27 Luglio 2024
GIOVANNI ROSSI
Politica

Santanchè, nuove accuse in tv: “Sapeva e ha mentito in Senato”. E lei: no a processi mediatici

In un servizio di Report le presunte incongruenze e inesattezze dell’informativa in Parlamento. La ministra: ancora nessun avviso di garanzia, quando governiamo noi è tutto più difficile

Roma, 11 luglio 2023 – Daniela Santanchè, la ’Santa’ del centrodestra, è sul punto di cadere. Può resistere ancora, ma lo sforzo appare ormai fuori misura e il destino politico sostanzialmente segnato. La rampante carriera della ministra del Turismo, contestata domenica alla Versiliana da un gruppetto di lavoratori infuriati, è di fatto conclusa. Manca solo il sigillo di Palazzo Chigi che prima o poi arriverà. La puntata di Report, in onda ieri, con scena muta finale dopo le troppe bugie svelate dal programma, segna il punto di non ritorno. E se è vero che i processi si fanno in tribunale, è altrettanto vero che le falsità recitate in Senato non possono passare sotto silenzio. È proprio questa l’accusa che il programma Rai formula a carico della ministra affezionata al jet set. In un’inchiesta intitolata ‘Santa subito’, Giorgio Mottola mostra – attraverso documenti e testimonianze – tutte le incongruenze e le inesattezze pronunciate disinvoltamente dalla ministra del Turismo nel tentativo di fare chiarezza sulla situazione delle sue società (Bioera e Ki Group - biologico -, Visibilia - editoria) finite in cattive acque, con pregiudizio dei diritti di azionisti e dipendenti.

Daniela Santanchè, 62 anni, ministra del Turismo nel governo Meloni
Daniela Santanchè, 62 anni, ministra del Turismo nel governo Meloni

A Palazzo Madama la ministra del Turismo "ha sostenuto che la sua partecipazione non abbia mai superato il 5% di Ki Group", ma i documenti rinvenuti da Report dimostrerebbero "fin dal 2013" il possesso del "14,9% di controllo della società", attraverso una catena societaria, e la sottoscrizione di "un patto parasociale" destinato a produrre un’azione diretta "nella governance". Smentito anche il pubblico giuramento "di non aver avuto alcun ruolo operativo". "Più volte ha dato ordini o compiti ad ognuna di noi", rivela l’ex direttrice commerciale Monica Lasagna, intervistata da Report con altre colleghe tuttora in attesa di Tfr per cifre variabili tra 30 e 50mila euro. Le lavoratrici sono state tutte licenziate nel 2021 (epoca Santanché) e non quando la ministra era uscita dai ruoli sociali come invece dichiarato dai banchi del governo. In Senato la Santanché ha sostenuto di aver guadagnato da Ki Group e dalla capogruppo Bioera "100 mila euro all’anno tra il 2014 e il 2018". Sbagliato: ecco "le vere cifre approvate nei bilanci di Bioera capogruppo: 2014, 144 mila euro; 2015, 391 mila euro; 414 mila euro all’anno tra il 2016, 2017 e 2018, anno in cui si specifica nei bilanci che 270 mila euro vengono da Ki Group spa, che quell’anno perdeva 7 milioni di euro", spiega Report. In meno di nove anni, ben "2 milioni e mezzo di euro" sarebbero così finiti nelle tasche dell’esponente di Fratelli d’Italia ora in disgrazia e "7 milioni" in quelle dell’ex fidanzato e amministratore Canio Mazzaro. Secondo il programma, "le perdite causate anche dagli stipendi di Santanchè e Mazzaro hanno determinato il tracollo di Ki Group, che nel 2021 ha licenziato la quasi totalità dei suoi 77 dipendenti". Le imprecisioni si estendono all’ambito familiare: "La ministra ha dichiarato di essere entrata nella società solo per aiutare il figlio. Ma all’epoca in cui è stata nominata presidente, il figlio aveva appena 17 anni".

Clamoroso anche il caso di Federica Bottiglione, addetta di Visibilia alle relazioni con la Consob, messa in cassa integrazione a zero ore a sua insaputa ma lasciata al lavoro e pagata, durante il Covid, con rimborsi chilometri e una consulenza a Palazzo Madama per il presidente del Senato Ignazio La Russa. Insomma, numeri, prassi e fatti incompatibili con le parole pronunciate dai banchi di governo.

Un guaio per Giorgia MeloniAvendola scelta in prima persona, la premier non vorrebbe liquidare l’imprenditrice, ma le accuse televisive ora preoccupano persino più dell’inchiesta milanese per falso in bilancio e bancarotta fraudolenta. Così l’idea iniziale di difendere l’interessata fino al terzo grado di giudizio oggi appare meno percorribile anche a causa della freddezza degli alleati. Forzisti e leghisti sono sì garantisti, ma non hanno voglia di immolarsi per la Pitonessa e il suo stile aziendale e di vita. Santanchè intanto ieri è tornata a difendersi: "Non partecipo al processo mediatico. Quello che dovevo dire l’ho detto in Senato. E la notizia è che ad oggi non ho ancora ricevuto avviso di garanzia. Come tutti i cittadini mi difendo nei tribunali".