Giovedì 8 Agosto 2024

Sangiuliano e le dimissioni del social media manager dopo la gaffe su Napoli: “Offensivo scaricare le colpe sul professionista”

Sull’errore di comunicazione in merito ai 2.500 anni della città, indicati su Instagram come due secoli e mezzo, interviene l'associazione nazionale social media manager: “Ingiusto far dimettere un dipendente”

Napoli, 8 agosto 2024 –  Se con le sbandierate dimissioni del proprio social media manager il ministro della cultura Sangiuliano sperava di aver chiuso il “caso Napoli” (nato dopo la gaffe con cui ha annunciato la nascita del Comitato Neapolis 2500 per celebrare “2 secoli e mezzo di storia”, mentre in realtà sono 2.500 gli anni della città) si sbagliava di grosso. A intervenire nella polemica, con l’opposizione che rimarca l’ennesimo scivolone del ministro, è ora l'Associazione nazionale social media manager, che esprime preoccupazione in relazione all'errore di comunicazione avvenuto durante la celebrazione dei 2500 anni di Napoli con il Comitato Neapolis 2500.

A sinistra il post sbagliato e a destra quello giusto sul profilo di Gennaro Sangiuliano
A sinistra il post sbagliato e a destra quello giusto sul profilo di Gennaro Sangiuliano

"La reazione del ministro Sangiuliano, che scarica tutte le responsabilità sul social media manager, mette in dubbio il valore dei professionisti che operano nel settore dei social media –  si legge in una nota –  evidenziando un fraintendimento riguardo il ruolo strategico di questi lavoratori. I social media manager sono professionisti altamente qualificati, capaci di gestire la comunicazione e l'immagine pubblica di eventi di grande rilevanza, e la loro professionalità è essenziale per il successo di iniziative pubbliche".

 "Come presidente dell'Associazione Nazionale Social Media Manager – ha dichiarato Riccardo Pirrone –, ritengo offensivo scaricare la colpa pubblicamente e unicamente su un dipendente per un errore del genere e per questo addirittura farlo dimettere". Alla luce di quanto accaduto, l'Ansmm intende approfondire le dinamiche che hanno portato alle dimissioni del professionista, mettersi in contatto con lui e prendere questo caso, che è solo l'ultimo di una lunga serie di casi che hanno coinvolto personalità pubbliche che ricoprono incarichi istituzionali o di partito, per definire una volta per tutte le responsabilità e limiti della professione.