Roma, 4 settembre 2024 - Maria Rosaria Boccia, al centro della querelle con il ministro della Cultura Sangiuliano, spara nella notte altre cartucce dal suo profilo Instagram, per smentire ancora una volta le parole del ministro secondo il quale lei non avrebbe avuto mai accesso a documenti riservati e per lei non sarebbe mai speso un euro pubblico. Ecco allora che Boccia, che continua ad affermare di essere stata nominata consigliere per i grandi eventi, pubblica nuove stories con: l’audio di una telefonata con un dirigente del ministero della Cultura (Antonio Mazza) in cui parla di contatti già presi con un componente della squadra alle dirette dipendenze del ministro (Alessandro Ferrari), una mail tra gli stessi in cui le vengono forniti i loro contatti “per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale consigliera del ministro per i grandi eventi”. E una mail della responsabile della segreteria del ministro in cui le vengono inviate le carte di imbarco sua, del ministro e di una terza persona. Infine la mail che contiene il programma, con gli orari, per la cerimonia di consegna delle chiavi della città di Pompei.
Non solo. Boccia lancia altri messaggi dal suo profilo Instagram e in un post in cui sembra riferirsi al ministro Sangiuliano rivela di sentirlo ancora telefonicamente. “Te l'ho detto ieri pomeriggio al telefono e te lo ripeto questa mattina: sono pronta ad applaudirti se la smetti di storpiare la realtà per coprire gente che non merita i tuoi sani valori: lealtà, rispetto, responsabilità”. Poi l'imprenditrice aggiunge un post scriptum: “Gradirei non leggere più dichiarazioni inesatte da una persona che stimo e a cui voglio bene”.
Boccia aggiunge poi di non voler commentare “al momento” le dichiarazioni del ministro a La Stampa. Bacchetta invece il resoconto di Dagospia che scrive “Genny Delon ammette la relazione: 'quando la storia è andata oltre ho scelto di bloccare la nomina’”.
Boccia lo mette a confronto con la dichiarazione del ministro al quotidiano torinese in cui dice: “Aveva il curriculum e le carte in regola per svolgere quel ruolo ma quando la nostra reciproca stima professionale è diventata un fatto privato, io per primo ho ritenuto di dover fermare tutto”.
Sangiuliano intanto tira dritto e ieri ha assicurato alla premier Meloni, nel faccia a faccia di oltre 90 minuti a Palazzo Chigi, che “mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Maria Rosaria Boccia che, rispetto all'organizzazione del G7 Cultura, non ha mai avuto accesso a documenti di natura riservata".
Una vicenda a cui la premier ha prestato attenzione - con Sangiuliano si era già sentita prima dell'incontro di oggi - senza badare ai gossip ma puntando invece sulle questioni, soldi pubblici e documenti riservati, che interessano il governo. Sangiuliano "mi garantisce - aveva detto Meloni ieri sera intervistata da Del Debbio - che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato, particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona".
Oggi, nella relazione introduttiva all’esecutivo del partito, Meloni ha lanciato un monito ai suoi: “Noi stiamo facendo la storia, e dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede né pause né soste, ma tanto meno può consentire errori e passi falsi”.
Meloni ha rimarcato tra le altre cose che “dobbiamo anche essere consapevoli che non ci viene perdonato nulla e che nulla ci verrà perdonato. Quando i nostri avversari non hanno trovato nulla per attaccare, hanno dovuto inventarsi di sana pianta notizie false per farlo. E quando qualcuno ha compiuto un passo falso, hanno utilizzato ogni strumento a disposizione per colpirci. Siamo sempre stati i giudici più implacabili di noi stessi, e dobbiamo continuare ad esserlo, perché l'occasione storica che ci hanno dato i cittadini non merita di essere sprecata per un errore, una distrazione o una sbavatura. Non possiamo permetterci di prestare il fianco”.
Sul caso oggi ha parlato anche il ministro della Giustizia Nordio, che ha invitato “alla cautela quando si occupano posti di grande responsabilità ma non è affatto una critica, vediamo come andrà".