Giovedì 19 Dicembre 2024
AGATA FINOCCHIARO
Politica

Boccia e quella frase di Sangiuliano. “Mi ha detto: ‘Io sono il ministro, sono un uomo e in futuro nessuno crederà a te’”

L’imprenditrice e influencer racconta la sua verità e spiega perché avrebbe deciso di iniziare a registrare tutto. Il legale del ministro: “La denunceremo”

Roma, 6 settembre 2024 – "Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l'istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai". Parole che sembrano uscite da un film e non pronunciate –  stando a quanto riferisce a La Stampa Maria Rosaria Boccia –  da un ministro (Sangiuliano, ndr). Parole che, racconta l'imprenditrice e influencer, l'avrebbero portata ad "armarsi" di occhiali con telecamera per farle avere quella "credibilità" che l'essere donna e senza alcuna carica istituzionale, non potevano darle, relegandola al ruolo dell'ultima, in ordine di tempo, “arrampicatrice” in cerca di visibilità. Prima di lei gli illustri precedenti si sprecano. Ma nessuna aveva mai osato tanto. 

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Le tappe del caso Sangiuliano-Boccia
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Le chat e i “messaggi piccanti”

La differenza infatti non è solo l'uso dei social, ma la volontà stessa di utilizzarli, la caparbietà e ostinazione con cui lo ha fatto, lo sta facendo e – c’è da giurarci – lo farà ancora. Pure a costo di esporsi e mettere la sua vita nel tritacarne mediatico, come lasciano presagire alcune affermazioni a La Stampa: "Il ministro è un po' confuso. Ha parlato di 'chat blande', ma 'con una persona con cui ho una relazione non mi scambio solo foto innocenti ed emoticon. Posso scambiarmi anche qualche messaggio più piccante’”. Ed eccola la bomba pronta a deflagrare, quella che è in mano all’influencer che fa tremare il Palazzo, la più temuta dal diretto interessato e da chi gli sta accanto, ma anche (forse) la più attesa da milioni di italiani, e non solo, che in questi giorni pre-G7 della Cultura, hanno finito per spiare a loro volta dal buco dei social le "imprese" del titolare del dicastero che più di ogni altro dovrebbe rappresentarci. Ma questa è un'altra storia.

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La presunta frase all’origine del gossip

Di fatto, da quel 26 agosto quando l'allora poco nota imprenditrice e influencer di Pompei ha postato su Instagram la sua nomina a consulente per i grandi eventi, passando da meno di 30mila agli odierni quasi 100mila follower, per Sangiuliano è cambiato tutto. All’origine della volontà deliberata di uscire allo scoperto, con un piano che sembra studiato a tavolino, ci sarebbe, come ha raccontato la diretta interessata, quella frase: “Io sono il ministro, io sono un uomo, io rappresento l'istituzione e in futuro nessuno crederà a tutto quello che tu dirai", che l’avrebbe “colpita molto”, per dirla con le sue parole. Ma siamo proprio sicuri che le cose siano andate davvero così? 

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Il legale: “Denunceremo Boccia”

Sangiuliano denuncerà Boccia. La decisione è stata presa al termine di un lungo incontro fra il ministro e il suo difensore, l'avvocato Silverio Sica. ''Il ministro non ha nulla da temere dalle dichiarazioni di questa donna –  afferma il legale –.  Non c'è ragione per cui possa essere ricattato, non ci sono prove che sia stato ricattato, lo escludiamo senza dubbio. Per il materiale che abbiamo esaminato siamo nel pieno di una vicenda privatissima. Questa vicenda politicamente risponde a una logica della doppia morale tutta italiana, morale propria è quella dell'avversario” ha concluso Sica uscendo dalla sede del dicastero.

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Atteso l’esposto di Bonelli in Procura, poi fascicolo

Dal campo mediatico il caso Sangiuliano-Boccia si sta spostando sempre più su quello politico e giudiziario. Non si contano le reazioni dell’opposizione a ogni post di Boccia o parola del ministro, mentre il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ieri ha depositato in un commissariato della Capitale un esposto, che però non è ancora arrivato in Procura a Roma. I pm di piazzale Clodio, spiegano i vertici dell'ufficio giudiziario guidato da Francesco Lo Voi, nel momento in cui l'incartamento sarà alla loro attenzione procederanno formalmente all'apertura di un fascicolo, eventualmente in una prima fase a modello 45 (ossia senza indagati e ipotesi di reato) per poi affidare delega per effettuare indagini. Nell'esposto il parlamentare ipotizza i reati di indebita destinazione di denaro pubblico e rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio. In base a quanto si apprende, al momento non ci sarebbero fascicoli aperti a Roma sulla vicenda. Insomma, il caso Sangiuliano-Boccia, inizialmente rubricato come storia di fine estate, potrebbe non finire con l’arrivo dell’autunno.