"È gente buona, quando io vengo in carcere la prima domanda che mi faccio è sempre, perché non io? Ognuno di noi può scivolare. Spalancare i cuori, cuori spalancati, tutti noi e anche loro, e aggrapparsi all’ancora della speranza". Dopo il solenne avvio con l’apertura della porta santa nella basilica di San Pietro la notte di Natale, il giubileo di papa Francesco entra nel vivo con l’apertura della seconda porta santa, quella che proprio Bergoglio ha voluto riservare, simbolicamente, al carcere romano di Rebibbia. Ora questa diventa una "seconda basilica", dice ai giornalisti uscendo, dopo aver celebrato la messa di buon mattino, presente anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e aver lanciato il suo messaggio direttamente alle persone recluse: "La speranza non delude". Francesco, paramenti rossi indosso, simbolo del martirio (ieri era S. Stefano), ha varcato la porta di Rebibbia in piedi. Qualcuno ha notato che per San Pietro era sulla sedia a rotelle. Nei prossimi giorni saranno gli arcipreti delle rispettive basiliche pontificie di Roma ad aprire le altre porte sante del Giubileo, quelle di San Giovanni, di San Paolo Fuori le Mura e di S. Maria Maggiore (cinque in tutto). Il posto riservato a Rebibbia dice quindi da solo tutta l’importanza che il tema del recupero dei detenuti e la vicinanza al mondo delle carceri occupa nell’Anno santo di Francesco, sulle orme che furono già di Giovanni Paolo II nel 2000 ma del resto iscritte nel Vangelo stesso. "Ero in carcere e mi hai visitato", ha ricordato Francesco ai giornalisti, citando il brano evangelico. Per il momento Bergoglio non chiede atti di "clemenza" specifici, come un’amnistia o un indulto. L’appello è stato affidato alla bolla giubilare "Spes non confundit" e sarà probabilmente rilanciato dal Papa nel giubileo dei detenuti fissato per il 14 dicembre 2025.
Con Nordio "non ne abbiamo parlato", ha detto sempre rilasciando dichiarazioni all’uscita. Risultati Francesco però già ne ha ottenuti. Proprio per il Giubileo, un protocollo tra il ministero della Giustizia e il Comune di Roma è stato firmato a settembre e darà la possibilità ai detenuti che ne abbiano i requisiti di svolgere lavori socialmente utili nell’anno giubilare, come ad esempio, quello di volontari nei Grandi eventi. Sempre nel settembre scorso un analogo protocollo è stato firmato tra Via Arenula e la Cei, per favorire l’inserimento nei lavori presso i cantieri del post terremoto. "Non dobbiamo pensare solo alla realtà italiana", aveva ricordato il delegato del Giubileo mons. Rino Fisichella annunciando l’apertura della porta santa straordinaria. La Santa Sede in effetti può incassare anche la risposta positiva dell’amministrazione americana uscente: tra gli ultimi atti del cattolico Joe Biden c’è proprio la decisione di commutare la pena di 37 condannati a morte su pressione del Vaticano. I gesti e le parole del Giubileo di Francesco non potranno comunque non avere un impatto sulla realtà carceraria italiana che ha attraversato il suo peggiore annus horribilis: secondo l’associazione Antigone il 2024 è stato l’anno record dei suicidi, 88, superando persino il 2022, uno degli anni peggiori, quando erano stati 8. Il tasso di sovraffollamento, invece, ha raggiunto il 170%.
"Spalancate le porte del cuore, ognuno sa come farlo, ognuno sa dove la porta è chiusa o semichiusa", ha raccomandato Bergoglio nella messa e ai giornalisti ha spiegato con franchezza: "Dobbiamo pensare che tanti di questi non sono i pesci grossi, i pesci grossi hanno l’astuzia di rimanere fuori".