Roma, 7 gennaio 2019 - "Non si può morire di calcio nel 2018. Vogliamo sradicare la violenza da dentro e fuori gli stadi e useremo ogni mezzo necessario". E' quanto ha garantito il vicepremier Matteo Salvini, al termine della riunione dell'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive presso la Scuola superiore di polizia a Roma.
Salvini è per una risposta forte dello Stato: "Ogni settimana ci sono 12 milioni di tifosi che seguono gli eventi sportivi e 6mila teppisti, da non confondere con i tifosi che sono il 99%. L'obiettivo è sradicare la violenza con ogni mezzo necessario".
NO ALLA CHIUSURA STADI - Ma il leader della Lega è contrario alla chiusura degli stadi, come ha più volte detto, perchè "è una resa dello Stato". Secondo Salvini anche la sospensione delle partite in caso di cori offensivi è un tema "molto scivoloso: rischiamo di mettere in mano a pochi il destino di tanti. Io preferisco prevenire e non lasciare potere di ricatto ad una frangia minoritaria. E poi è difficile trovare criteri oggettivi per la decisione". Infatti c'è da chiedersi, secondo il vicepremier, "Chi decide e in base a quale criterio oggettivo se sospendere una partita? Ricordo che in Milan-Juve i buu dei tifosi rossoneri erano per Bonucci: chi decide se quella è discriminazione? Servono criteri oggettivi che in questo caso sono difficilmente individuabili, quindi sono contrario alla sospensione delle partite". Salvini contrario anche al possibile divieto all'introduzione degli striscioni negli stadi: "Ragazzi non scherziamo, un conto sono i coltelli e i bastoni e le bombe carta; un conto sono le bandiere, le sciarpe, i megafoni, tamburi e striscioni. Lo stadio deve essere colorato e colorito".
TRASFERTE COLLETTIVE E CELLE - Piuttosto per Salvini bisognerebbe "tornare ad autorizzare le trasferte collettive". Un controllo severo per riportare serenità di andare a vedere una partita senza incidenti: "Vorrei le camere di sicurezza negli stadi e ho proposto l'idea di tornare a utilizzare il treno per le trasferte: è molto più controllabile un gruppo di mille tifosi identificabili, che hanno acquistato con un documento il biglietto del treno, piuttosto che cento automobili in viaggio".
GENOA-MILAN DI GIORNO - Il ministro dell'Interno però qualche accorgimento lo prenderebbe, almeno sugli orari delle partite più calde, come ad esempio la sfida Genoa-Milan, in programma lunedì alle 12: "Tra la tifoseria genoana e quella milanista i rapporti non sono sereni e dunque preferirei che quella partita si giocasse alla luce del sole".
CALCIO SPORT SANO - Poi però il ministro dell'Interno mostra una situazione meno allarmante: "I dati a nostra disposizione relativi al periodo primo luglio - 30 novembre 2018, rispetto al 2017, ci dicono che il calcio è uno sport sempre piu sano". E continua spiegando: "Il numero dei feriti tra i tifosi si è ridotto del 60%, tra i poliziotti del 24%, azzerato quello sugli stewart. Gli arrestati sono calati dell'80% (da 50 a 10), appena 6500 i tifosi sottoposti a daspo su un fenomeno che coinvolge 12 milioni di persone. Rispetto al 2017 è calato il numero degli agenti impiegati nelle partite, da 83mila a 75mila".
NON GUARDO SUPERCOPPA - Infine, a domanda dei giornalisti, Salvini ha affrontato la polemica sulla finale della Supercoppa prendendo posizione: "Non guarderò Juve-Milan di Supercoppa italiana. Trovo sia un ossimoro il fatto che si giochi in Arabia Saudita tra burqa e donne in determinati settori dello stadio. Ma prendo atto che le società di calcio sono aziende alle prese con un loro fatturato. Certi presidenti mi dicono che business is business".
CERTEZZA PENE - Alla riunione era presente anche il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, Giancarlo Giorgetti: "E' chiaro che non basta semplicemente inasprire le pene: bisogna avere la certezza delle pene e quindi su questo dobbiamo concentrarci". Per Giorgetti "un problema serio è quello della responsabilità oggettiva: sappiamo che alcune frange di tifosi sono infiltrate dalla criminalità organizzata, dobbiamo valorizzare alcune degli strumenti che già esistono come il cosiddetto Slo, il soggetto che interloquisce con i tifosi organizzati". Poi fa eco a Salvini: "sulla vendita dei biglietti una riflessione va fatta, in particolare non è vietando le trasferte o chiudendo gli stadi che si dà un segnale ma gestendo, regolarizzando e normando le trasferte. Bisogna fare in modo che vengano fatte con determinati requisiti, la vendita dei biglietti delle curve in particolare dovrà essere regolamentato". Infine un richiamo anche a presidenti e stampa: "I tesserati e i media non devono stimolare la retorica ultra che alimenta il proselitismo. Soprattutto i presidenti e i giocatori non devono gettare sempre benzina sul fuoco. Gli arbitri sappiamo che sbagliano ma bisogna cambiare culturalmente". Ha concluso il sottosegretario Giancarlo Giorgetti.