Washington, 17 giugno 2019 - Matteo Salvini 'l'Americano' è in visita negli Usa per cercare l'asse con Donald Trump. "L'Italia vuole tornare a essere nel continente europeo il primo partner della più grande democrazia occidentale, gli Usa - dice il vicepremier leghista parlando alla stampa (e postando il video sui social) - non solo per interessi economici e commerciali ma per una comune visione del mondo e dei valori, del lavoro, della famiglia, dei diritti".
Ma cosa accomuna il governo italiano all'amministrazione Trump? "Soprattutto il tema fiscale, della riforma fiscale - replica deciso il ministro dell'Interno - Dal taglio delle tasse al rilancio dell'economia locale, della protezione dell'industria nazionale: è qualcosa che vorrei che, chiaramente in piccolo fatte le debite proporzioni, il governo italiano applicasse dalla prossima manovra economica perché i risultati stanno dando ragione a Trump". Il vicepremier e' convinto che l'Italia possa diventare l'"interlocutore europeo" privilegato degli gli Stati Uniti: "Abbiamo visioni comuni sull'Iran, la Libia, il Venezuela, il Medio Oriente, sul diritto all'esistenza di Israele, sulla preoccupazione riguardo la prepotenza cinese nei confronti dell'Europa e del continente africano. Puntiamo a soluzioni comuni, in questo momento di fragilita' delle istituzioni europee, l'Italia punta a essere il piu' valido, credibile, coerente interlocutore degli Stati Uniti". Sulla questione Iran il vicepremier leghista ha puntualizzato: "La posizione dell'Italia con l'Iran e' gia' cambiata, nessuno puo' permettersi di pensare di cancellare un altro Stato, e mi riferisco a Israele, democraticamente eletto. Non possiamo avere con l'Iran rapporti normali".
Il leader leghista non ha incontrato Trump alla Casa Bianca: "Una cosa alla volta: sono il vice e incontro il vice", replica Salvini. Con Pence e Pompeo, ha continuato il ministro dell'Interno, "si ragionerà dei problemi della Ue e delle idee di soluzioni che l'Italia ha, visto che faccio parte di un governo che non si accontenta più di briciole a Bruxelles. Abbiamo un'idea di Europa diversa rispetto a quella dell'asse Berlino-Parigi-Bruxelles che ha portato a livelli di disocupazione e precarietà e di immigrazione fuori controllo che non abbiamo mai avuto".
Quindi, insiste Salvini, la flat tax "non è una scelta" e "ci devono essere i margini" per farla. "Poi si può decidere come modularla negli anni, visto che abbiamo davanti quattro anni ma un taglio delle tasse non per tutti ma per tanti ci deve essere dalla prossima manovra". In vista del 9 luglio, quando l'Ecofin potrebbe lanciare ufficialmente la procedura d'infrazione contro l'Italia per la mancata discesa del debito, Salvini ha aggiunto: "Noi passiamo dalle grandi strategie economico-commerciali e geopolitiche qua a Washington alle piccolezze delle 'multine', delle infrazioni, dei controllori imposti da Bruxelles. Abbiamo visto in Grecia come è finita. Hanno ammazzato un popolo e spalancato le porte ai cinesi che si sono comprati un paese attraverso un porto. L'Italia non è la Grecia. Noi puntiamo a convincerli coi numeri, i dati, il buon senso e la cortesia. Altrimenti le tasse le tagliamo lo stesso agli italiani, a Bruxelles se ne facciano una ragione".