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Il leader della Lega Matteo Salvini (Imagoeconomica)
Milano, 26 marzo 2018 - L'attesa per la composizione del nuovo governo mette sotto i riflettori, com'è ovvio, i vincitori delle elezioni. Il leader leghista Matteo Salvini, dopo aver fatto campagna elettorale da premier, ora di fronte alla 'mezza vittoria' sembra voler tirare un po' il freno: "Non è o Salvini o la morte", dice a Telelombardia riferendosi alla possibilità che invece di premier lui diventi 'solo' ministro.
Grillo: "Salvini mantiene la parola, è cosa rara"
Salvini: "Il premier non può che essere di centrodestra"
Poi spiega: "A me interessa che l'Italia cambi. Sono pronto a metterci la faccia in prima persona e lavorare 24 ore su 24. Ma siccome voglio il cambiamento non è o Salvini o la morte". Il ragionamento è il solito fatto da un minuto dopo i risultati elettorali: "La coalizione che ha vinto è quella di centrodestra - sottolinea - Anche se non ha i numeri sufficienti per governare da sola ha vinto, quindi si parte dal programma di centrodestra".
E all'interno del centrodestra, ha ricordato, l'accordo era che chi prendeva un voto in più esprimeva il premier. "Sono pronto - ha aggiunto Salvini - ma non voglio fare il presidente del Consiglio a tutti i costi, con tutti perché altrimenti mi ammalo. Lo faccio se c'è la possibilità di approvare le leggi per cui gli italiani mi hanno dato il voto. Altrimenti se mi dicono va a fare il presidente di un governo dove ci son dentro tutti quanti e poi vediamo che cosa si riesce a fare in un anno, dico no".
Poi a Rainews 24 rinforza il concetto: "Salvini premier per me sarebbe un onore, però pur di portare avanti il programma e cambiare questo Paese, il problema non sono io. Io mi metto a disposizione, se mi rendessi conto che ci sono altre persone che possono dare una mano non sarò io a dire di no".
Quanto all'atteggiamento del Pd, Salvini aggiunge: "Credo che ancora per alcuni mesi saranno impegnati nelle loro beghe di corrente", d'altronde "il voto è sacro, ha messo il Pd all'opposizione e ha dato al Centrodestra la responsabilità di fare una proposta di governo e ai 5 stelle la scelta se rimanere a vita all'opposizione a dire 'no, no, no', oppure assumersi delle responsabiltà". Con Berlusconi tutto a posto? "Tutto benissimo, mai andata così bene", risponde.
"5 STELLE AFFIDABILI" - Il leader leghista poi ricambia i complimenti di Beppe Grillo quasi con le stesse parole: "Per ora i 5 Stelle si sono dimostrati affidabili - riconosce Salvini - Io le persone le giudico dai fatti, non dalle parole. Poi nei fatti, nei numeri uno si dimostra affidabile o non affidabile". Nei giorni che vedono tra le ipotesi per il futuro del Paese quella di un'intesa tra la Lega e i pentastellati, Salvini sottolinea che "quello che hanno detto, hanno fatto. Come Di Maio e Grillo hanno detto 'Salvini ha dato una parola e l'ha mantenuta', io apprezzo la gente che dice una cosa e poi la fa".
"REDDITO DI CITTADINANZA? SI' SE..."- Lo scambio di apprezzamenti prelude a un accordo sull'esecutivo? Con Di Maio "non abbiamo mai parlato di governo e di programmi, per serietà abbiamo parlato di fare partire prima possibile i lavori delle Camere", mentre "sulle idee che abbiamo su temi come lavoro, giustizia, scuola dobbiamo confrontarci". Ma su uno dei cavagli di battaglia del Movimento, Salvini si mostra possibilista. "Se il reddito di cittadinanza fosse pagare la gente per stare a casa dico di no, ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito allora sì".