Milano, 18 settembre 2017 - "In un Parlamento che non vuole la Lega, i nostri deputati e senatori questa settimana non parteciperanno ai lavori parlamentari. Saranno invece in visita ai luoghi colpiti dei terremoti per incontrare cittadini, sindaci, amministratori, associazioni per far capire quanto è grande la distanza delle istituzioni dai cittadini". Matteo Salvini annuncia così il "mini Aventino" del Carroccio in segno di protesta per i conti bloccati decisi dal Tribunale di Genova.
"Oggi ci è stato finalmente notificato l'atto sovietico che sequestra tutto. Siamo assolutamente tranquilli, non si tratta di denaro pubblico ma di donazioni di cittadini. E' un atto che non ha precedenti nella storia della democrazia italiana", ha spiegato il leader della Lega al termine del Consiglio federale del partito. Sul sequestro dei beni, fa sapere, la Lega presenterà ricorso.
Il Consiglio federale è stato anche l'occasione per un tentativo di chiarimento tra Salvini e Bossi, dopo l'esclusione di quest'ultimo - per la prima volta nella storia del Carroccio - dalla scaletta degli interventi dal palco. A quanto si è appreso da alcuni partecipanti, Salvini ha voluto chiarire a Bossi che la decisione è stata presa "per tutelarlo", dopo il blocco dei conti del partito. Una spiegazione a cui Bossi non avrebbe replicato. Tema di discussione, a quanto si apprende, sarebbe stato anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che non ha partecipato alla riunione per un impegno istituzionale.
Salvini avrebbe fatto notare con disappunto la sua assenza e non avrebbe apprezzato le parole pronunciate dallo stesso Maroni, che ha pubblicamente espresso solidarietà al presidente della Lega: "Mi spiace - aveva detto Maroni - perché Pontida è Bossi. La decisione è stata presa dal segretario Matteo Salvini. Ma per me Bossi a Pontida ha sempre diritto di parola".