Trieste, 10 febbraio 2019 - "I bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali. Non esistono martiri di serie A e vittime di serie B. Non esiste un ‘però’ per Auschwitz e un ‘però’ a Basovizza. Sono criminali gli uni e sono criminali gli altri". Parola del ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha commemorato la Giornata del Ricordo in memoria dei martiri delle foibe e delle vittime dell’esodo istriani, fiumani e dalmati proprio nel sacrario di Basovizza a Trieste.
Alla cerimonia, presenti tra l’altro quattrocento studenti delle scuole provenienti da tutta Italia, anche il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Che ha dichiarato: "I negazionisti sono stati sconfitti dalla Storia, chi nega è complice di quel che è accaduto. Ci sono migliaia di vittime innocenti perché italiane. Rendere onore ai caduti è parte della nostra civiltà".
Tutto il mondo politico ha ricordato le foibe. Senza punte polemiche aspre (a parte un Maurizio Gasparri di Forza Italia che ha bacchettato l’ex presidente del Senato Pietro Grasso reo di aver sbagliato la data degli eccidi), con una trasversale riconoscimento della tragedia nazionale come parte integrante e fondativa della nostra storia.
Salvini si è detto "emozionato e commosso" e ha affermato come, oltre all’Italia, anche l’Europa sia "arrivata tardi" per "un genocidio negato e ignorato per 50 anni". Eventuali scuse ufficiali da parte slovena e croata? "Da ministro sto lavorando con i colleghi di oltre confine su questioni attuali, poi se qualcuno oltre che del presente vuol dire qualcosa sul passato, bene. Ma non costringerò nessuno".