Martedì 12 Novembre 2024
ELENA G. POLIDORI
Politica

Le spine del governo: Salvini e Santanchè, la sfiducia in Aula

Malumori nel Nord leghista verso la leadership. S’invoca un ritorno al ‘pragmatismo’ della vecchia Lega

Il leader della Lega, Matteo Salvini

Il leader della Lega, Matteo Salvini

Roma, 2 aprile 2024 – In altri tempi si sarebbe parlato di possibile showdown del governo, con la doppia mozione di sfiducia che andrà in scena alla Camera contro due ministri di spicco, quali Daniela Santanchè, titolare del Turismo e il vicepremier Matteo Salvini, titolare dei Trasporti. E invece, malgrado le opposizioni stiano tentando di trovare una saldatura sulla mozione verso Santanchè (in scena oggi e domani a Montecitorio) non sono previsti scossoni.

Ma, intanto, il tentativo fa intravedere possibili scenari di futura convergenza visto che sulla mozione Santanchè, prima firma del capogruppo del M5s Francesco Silvestri, è arrivato l’ok del gruppo del Pd, che la sottoscriverà e la voterà. Nel testo dei grillini è stato inserito un passaggio legato all’indagine per truffa nell’utilizzo dei fondi Covid relativa alla società riconducibile alla ministra del Turismo: "La situazione soggettiva del ministro del Turismo, alla luce dei fatti emersi risulterebbe sempre più incompatibile con la delicatezza degli incarichi ricoperti, non potendo l’Italia proseguire ad avere un governo i cui membri espongano il sistema Paese a situazioni perniciose derivanti dalla commistione di interessi pubblici e privati". Per questo, e altro, "esprime la propria sfiducia al ministro del turismo, senatrice Daniela Garnero Santanchè, e lo impegna a rassegnare le proprie dimissioni".

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In queste ore +Europa e Avs stanno valutando se sottoscrivere la mozione Silvestri, mentre Azione di Calenda ha già fatto arrivare formalmente il proprio ok. La portavoce calendiana, Mariastella Gelmini, ha annunciato la posizione del partito a denti stretti: "Personalmente ho una posizione diversa: sono da sempre garantista e quindi contraria a mozioni di sfiducia individuali. A ogni modo, la posizione di Azione è stata espressa dal leader, non siamo una caserma e rispettiamo tutte le posizioni". 

La mozione Santanchè arriverà seconda sul tavolo dei deputati e sarà votata con appello nominale e non segreto, ma arriverà comunque dopo che i deputati si saranno pronunciati su un’altra mozione di sfiducia, già in calendario e già discussa in Aula: quella a Matteo Salvini per la vicenda del patto con il partito pro Putin ‘Russia Unita’. La mozione è stata firmata da tutte le opposizioni tranne Italia viva. Ma alla vigilia di un dibattito parlamentare che si preannuncia acceso, dalla Lega è arrivata a sorpresa una nota in cui si scrive che "i propositi di collaborazione puramente politica del 2017 tra la Lega e Russia Unita – il tema centrale della mozione di sfiducia al vicepremier, ndr – non hanno più valore dopo l’invasione dell’Ucraina. Di più. Anche negli anni precedenti non c’erano state iniziative comuni. La linea della Lega è confermata dai voti in Parlamento: dispiace che l’Aula debba perdere tempo per polemiche inutili e strumentali innescate dall’opposizione".

Va sottolineata la tempistica con cui questo testo è stato fatto uscire da via Bellerio, trattandosi di un argomento che è oggetto da mesi di attenzione verso Salvini. Che sembra sempre più solo al comando del Carroccio. Soprattutto al Nord, i dissidenti incalzano. E invocano un ritorno al "pragmatismo" della vecchia Lega "che ci ha sempre portati alla ricerca di collocazioni utili al raggiungimento degli obiettivi", rompendo le alleanze con gli estremisti europei, a partire dai tedeschi di AfD ("chi non ha la nostra naturale repulsione nei confronti di fasci e svastiche") ed evitando anche di dare spazio, nelle liste per le Europee, a personaggi come Roberto Vannacci (sullla cui candidatura il leader della Lega dice: "Ci stiamo ragionando) "con forte marcatura nazionalista, totalmente estranei al nostro movimento". Ma lui risponde: "Penso di avere ancora tanto da dare, ho voglia, tempo e idee. Se, poi, qualcuno si farà avanti...". E qualcuno si è fatto avanti? "No".