Roma, 13 maggio 2019 - Non farebbe il miracolo neppure San Filippo Neri, all’asilo Mariuccia di Palazzo Chigi. State buoni se potete. Hai voglia a dirlo, neanche un santo li mette in riga quei due. Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Uno fa, l’altro disfa. Se Matteo gli pesta il callo, Luigi gli molla un calcione dove ci sente. Quello gli tira i capelli, l’altro gli mette il dito nell’occhio. Prendeteli ieri. Salvini in gita a Sanremo sbraca sulle elezioni europee: "Saranno un referendum tra la vita e la morte". Bum! L’altro in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo alza la gamba ed è subito sgambetto: ricordati di Renzi, a lanciare un referendum su se stesso "non gli è andata bene". Da toccarsi... E poi con tono da scolaretto che vuol fare bella figura con la maestra: "Io non sfido gli italiani, io li rappresento".
Bolle la rabbia, altro che bacioni a tutti. E così ogni santo giorno di questa quaresima pre-elettorale. Quello, il leghista, si sveglia e parte coi selfie. "Un sorriso a chi ci vuole male". L’altro, incravattato, lo spernacchia: "Non basta fare selfie". Cioè, visto che sei ministro degli interni vedi di risolvere i problemi della mafia e della ‘ndrangheta. Tiè. Punto e a capo? Magari. È subito vendetta. "Nello sblocca cantieri ci sarà una norma pro Tav, l’Italia ha bisogno di viaggiare", è il pappappero di Matteo. Cattivo, proprio la Tav, il drappo rosso agli occhi dei Cinquestelle.
State buoni se potete... Lasci perdere San Filippo, quaggiù è impossibile. "Nel conflitto di interessi mi aspetto lealtà", graffia Di Maio davanti a tutta la classe. Come dire: Matteo, se pensi di fare il furbetto e difendere il tuo amico Berlusconi ti metto in piazza. Grrrr... Fai lezione? Te la faccio io, schiuma Salvini: "Tutto quello che c’è nel contratto lo rispetto, tutto quello che serve a lottare la corruzione e l’affarismo lo condivido, ma i problemi sono altri".
Non chiamatelo ping pong, quello è uno sport, questo un massacro a fuoco lento. "Gli italiani alle Europee dovranno scegliere tra chi si vuole tenere gli indagati per corruzione e chi no, chi abbassa le tasse nei comizi e chi lo fa davvero, chi dice che la donna deve stare chiusa in casa a fare più figli e chi no", canzona il grillino segnando con la matita rossa tutte le pecche del compagno di merenda. Ma il leghista ha finito le guance (cioè, come Bud Spencer non le porge più). Vuoi la guerra? E allora vai con la flat tax, che piace tanto agli amici del nord e fa venire l’acne a Di Maio. Salvini sa dove fare male: "Va bene il conflitto di interessi, va bene l’acqua, va bene il taglio dei parlamentari, per carità di Dio, va bene tutto. L’emergenza in questo paese mi sembra si chiami taglio delle tasse, della burocrazia, lavoro e sicurezza".
Ormai si tirano i piatti e non si preoccupano neppure di quel che penseranno i vicini. Di Maio su Facebook fa gli auguri alla mamma e annuncia un decreto per dare un miliardo alle famiglie. Guai a chi tocca la mamma! Salvini rilancia subito. E non son neppure più tutte belle le mamme del mondo: "Auguri a tutte le mamme, ma non alle ‘genitrici 2'", tuona il leghista. E no, la mamma no. Allora io ti metto in piazza con il salario minimo, che "sarà legge ad agosto", giura Luigi. Piccato: "Sto ancora aspettando le proposte scritte della Lega, per ora vedo solo titoli".
Ah no, quando il gioco si fa duro Salvini arma il cannone sicurezza: "I porti con me sono e rimangono chiusi. Lo dico a qualche alleato di governo che ha nostalgia dei porti aperti". Questa poi... "Siamo ancora fermi su rimpatri e ricollocamenti", sibila un velenoso Di Maio. Un dito nell’occhio a quello che sta al Viminale. E lui sfodera l’arma batteriologica anti grillina: l’inceneritore. La Lega annuncia un progetto di legge per rendere obbligatorio un termovalorizzatore in ogni regione. Niente da fare, San Filippo si consoli, aveva ragione San Girolamo: "Solo uno scapolo vive senza discussioni". Quei due, poi, son sposati per forza. "Son leale, ma se mi insultano..." schiuma Salvini. Mica è amore, dai.