Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Salvini riapre ai 5 Stelle. Di Maio: "E' pentito, ma la frittata è fatta"

Il ministro replica a Conte da Castel Volturno: "Io ossessionato dalla sicurezza degli italiani". Sul dialogo coi 5 Stelle: "Il mio telefono è sempre acceso". Ma il leader grillino chiude: "Perché non si dimette?"

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Luigi Di Maio e Matteo Salvini (Ansa)

Castel Volturno, 15 agosto 2019 - Impiega pochi minuti, Matteo Salvini, per replicare alla lettera aperta inviatagli dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una risposta ferma come lo è stato l'attacco frontale del premier, accompagnata però da un'inattesa apertura al Movimento 5 Stelle. Il leader della Lega insiste: "Quando cade il governo, per rispetto, si va al voto". Ma sulla possibilità di ricucire coi grillini la chiusura non è così netta. "Secondo me non c'è possibilità - premette -, poi se qualcuno vuole dialogare io sono qua, sono la persona più paziente del mondo e il mio telefono è sempre acceso e in questi giorni squilla parecchio". Ma è finita per davvero tra i gialloverdi? "Vedremo, ogni giorno ha la sua pena...", risponde il leader della Lega.  Parole che suonano come un'apertura che viene però subito respinta al mittente da Luigi Di Maio. Salvini  "ora è pentito, ma ormai la frittata è fatta", scrive il leader grillino su Facebook. "Ognuno è artefice del proprio destino. Buona fortuna!".

Di Maio accusa il collega di essere attaccato alla poltrona. "C'era un contratto, lui lo ha strappato. Non solo: adesso ha chiesto anche di sfiduciare il governo stesso di cui fa ancora parte, visto che non si è dimesso. Anche su questo, giorni fa aveva tuonato 'siamo pronti a dimetterci tutti, vedrete...'. Sono passati 5 giorni ma stanno ancora tutti lì attaccati alla poltrona... Deve far comodo, evidentemente, avere l'auto blu e i voli di Stato mentre si fa campagna elettorale nelle spiagge!".

Salvini contestato a Castel Volturno

image

La replica a Conte

Un attacco frontale, quello di Conte a Salvini.  Il premier lo ha accusato di "collaborazione sleale" e lo ha richiamato sulla questione migratoria, sostenendo che la soluzione di un "meccanismo europeo" di redistribuzione sia da preferire alle posizioni di "assoluta intransigenza" come i porti chiusi.

image

"A Conte rispondo con i numeri - dice seccamente il vicepremier da Castel Volturno dove presiede il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza -, con cui giustifico il mio anno di lavoro e di stipendio", perché gli italiani "mi pagano per difendere i confini e garantire la sicurezza''. E aggiunge: "Sono colpevole di essere ossessionato dai trafficanti di migranti, dai porti chiusi e dalla sicurezza degli italiani, su questo il premier ha ragione".

Mentre snocciola i dati sull'anno di attività svolta dal Viminale, Salvini critica le modalità con cui il premier lo ha duramente attaccato. "Spiace che che certe cose, invece che dirmele in faccia, le renda pubbliche mentre io sono qui a lavorare. Probabilmente qualcuno sta passando un Ferragosto più sereno del mio". E le frecciate non sono finite: "Se qualcuno è nostalgico dei 200 mila sbarchi lo dica, se qualcuno è nostalgico del Pd o preferisce un ministro dell'Interno del Pd, basta dirlo". 

image

Quindi rincara: "Conte ha fatto uno sfogo umorale io devo rispondere con le leggi: per questo è partita dal Viminale una lettera in punta di diritto". Sulla Open Arms ribadisce: "Una nave straniera in acque internazionali non si capisce che attinenza abbia con l'Italia. A che titolo chiede l'intervento alle autorità italiane? Qual è la ratio della domanda e della risposta? in silenzio abbiamo fatto scendere chi aveva necessità, senza letterine". In particolare, spiega il ministro, su "mia diretta indicazione", si è proceduto allo sbarco di "due bambini in difficoltà". 

Passa meno di mezz'ora ed ecco che arriva la replica scritta su Facebook, così come sui social si era espresso Conte. Salvini rivendica la sua lealtà ("Sono stato leale e sempre lo sarò nel pieno rispetto di ogni carica istituzionale") e ribadisce che con lui "i porti sono e rimarranno chiusi ai trafficanti e ai loro complici stranieri". Per il titolare del Viminale "senza questa fermezza, l’Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito". 

LA RISPOSTA SU FACEBOOK