Roma, 10 agosto 2019 - Ora più che mai, pressing alto. Ha una dannata fretta Matteo Salvini. Il leader della Lega fa presentare al Senato la mozione di sfiducia a Conte "che non era presente in aula per ribadire l’orientamento favorevole alla Tav che egli stesso aveva dichiarato pochi giorni prima". Chiama i suoi parlamentari a Roma lunedì per condizionare il calendario della crisi. Evoca i fantasmi di un inciucio Pd-M5s. E per tenersi buoni Forza Italia e Fd’I, specie i primi utili in questa delicatissima fase, dice che non ha ancora deciso se correrà da solo.
Il giorno dopo aver staccato la spina Salvini preme sull’acceleratore. E continua imperterrito il suo tour del Sud, finalizzato a drenare quanto più consenso tra i delusi della parabola pentastellata. Arriva al lido Cala Sveva di Termoli in maglietta della Federcanoa e bermuda bianchi e trova la solita folla festante. Anzi, una ressa incredibile. Su Facebook in mattinata aveva scritto: "Chi perde tempo vuole solo salvare la poltrona. No inciuci!". A Termoli ripete il concetto, seminando il dubbio che gli ex alleati tentino lo scherzetto: "Sento, e sarebbe una cosa incredibile – dice – , che ci sono toni simili tra Pd e 5 Stelle, tra Renzi e Di Maio. Mi auguro che nessuno stia pensando di prendere in giro gli italiani e di inventarsi un governo che sarebbe inaccettabile, un insulto alla democrazia. Dopo questo governo ci sono solo le elezioni". In via preventiva il leader del Carroccio spara anche su governi balneari, di garanzia elettorale o simili: "Spero che nessuno stia usando queste ore per inventarsi governicchi per tirare a campare. L’unica via possibile è il voto. Prima si vota meglio è, speriamo che nessuno la butti più avanti". Per arrivarci, dice Salvini, bisogna tenere il fiato sul collo al Palazzo. "Tutti i parlamentari della Lega – annuncia – saranno a Roma già da lunedì, non esiste che non si può far lavorare i parlamentari a Ferragosto. Alzano il culo e lavorano".
Sulle alleanze usa la tattica. Da tempo Forza Italia e Fd’I lo pressano per ricostruire l’alleanza che fu. Ma Salvini vuole ballare da solo. Sente che può farcela ad azzardare. In questa fase però si morde la lingua, e per ragioni tattiche lascia quasi intendere il contrario. "Non si è deciso nulla se correremo da soli. Abbiamo un’idea di Italia per i prossimi 5 anni – dice diplomaticamente – che sottoporremo a chi la condivide con noi". Poi tanto a decidere sarà solo lui. Nel frattempo, pancia a terra con la campagna elettorale permanente, tra selfie e bagni di folla. A Peschici indossa una maglietta rossa con il nome della città garganica e promette "un governo che durerà 5 anni a colpi di sì", insiste ad agitare l’immigrazione come uno spettro che solo lui sa esorcizzare e promette "flat tax al 15% per molti". Semplice, ripetitivo, martellante. "Chi sceglie Salvini sa cosa compra" dice ai cronisti. E anche questa è la sua forza.