Domenica 24 Novembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Salvini sempre più vicino ai 5 Stelle. Ma Berlusconi gli scombina i piani

Il leader azzurro al Colle contro il Movimento: non è democratico IL COMMENTO Alla ricerca dei piccoli spiragli nel muro - di P.F. DE ROBERTIS Governo, Cangini: "Serve una legislatura costituente con chi ci sta" CONSULTAZIONI / Orari e calendario

Berlusconi elenca con le dita i punti del programma spiegati da Salvini (Afp)

Berlusconi elenca con le dita i punti del programma spiegati da Salvini (Afp)

Roma, 13 aprile 2018 - Silvio Berlusconi riconquista di prepotenza il centro della scena. E con un colpo di coda che nessuno si aspettava, al termine della dichiarazione rilasciata da Matteo Salvini sul Colle a nome della coalizione, piazza una mazzata terrificante ai 5 Stelle. Rivolto ai cronisti in sala scandisce: «Fate i bravi. Sappiate distinguere fra chi è un vero democratico e chi non conosce l’Abc della democrazia. Sarebbe ora di dirlo agli italiani». Sembra la pietra tombale sulle ipotesi che circolavano di intesa oramai lanciata al traguardo tra M5S e Carroccio. Si ribellano i leghisti: «Una battutaccia poco opportuna e infelice», sottolinea Giorgetti. E la Meloni non è da meno: «A cosa servono questi vertici se poi uno fa di testa sua?», si sfoga con i suoi. Salvini però insiste: «Io parlo e continuerò a parlare con Di Maio». 

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DI Maio: "Berusconi faccia un passo di lato"

Una mossa,  quella del Cavaliere, preparata fin dall’ora di pranzo, quando riunisce lo stato maggiore del partito: il tasso di insofferenza contro le ‘intemerate’ pentastellate è altissimo. Al netto di chi, come Gianni Letta, consiglia di non sedersi affatto al tavolo con il M5S, assieme alle capigruppo Silvio decidere di metterla giù piatta piatta: «L’accordo con loro potrà avvenire solo attraverso l’accettazione esplicita della leadership di Berlusconi», dicono Gelmini e Bernini. La trappola scatta nel pomeriggio sotto forma di un documento scritto, a Palazzo Grazioli, dai tre leader in vista del colloquio con Mattarella che, fondamentalmente, gira attorno a un concetto: si tratta con il centrodestra unito, cui spetta indicare il premier. «È un modo per stanare i 5 Stelle ma conviene anche a te, Matteo, se non vuoi essere il partner di minoranza del governo», assicura Silvio che lascia le sue ‘impronte’ sul foglio sottolineando come, per risolvere la crisi siriana, «l’unica soluzione è quella dello storico riavvicinamento della Russia con l’Alleanza Atlantica», nello spirito «di Pratica di mare», dove nel 2002 – con Berlusconi premier – si realizzò. Una volta limato «parola per parola» si discute su chi deve parlare: Meloni tiene duro perchè sia «solo» Salvini, in modo da inchiodarlo al suo ruolo di leader del centrodestra. Gli azzurri avrebbero voluto invece che a prendere la parola fossero tutti e tre: Berlusconi cede il passo.

IL COMMENTO Alla ricerca dei piccoli spiragli nel muro - di P.F. DE ROBERTIS

Ma fino a un certo punto. Perché poi al Quirinale – dopo aver detto al capo dello Stato che il centrodestra vuole andare a Palazzo Chigi – lascia a malincuore il microfono a Matteo. Però, con la mano in tasca, mima passo per passo il suo discorso. E alla fine, allontana i due partner per lanciare l’anatema sui grillini, scatenando la loro irritazione. 

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La tensione, insomma, continua a correre sotto la patina unitaria. Salvini non demorde: «Io dialogo con i 5 Stelle e spero scendano dal piedistallo». La sua presenza e quella di Di Maio domenica prossima a Vinitaly dà la stura a voci su possibili incontri. D’altra parte, però, Berlusconi difende l’entrata a gamba tesa: «Ho reagito alle offese ricevute». Si vedrà quando Mattarella affiderà a Salvini, Giorgetti o a un terzo un incarico (pieno o no, poco importa) se quei disaccordi sono destinati ad esplodere. Giorgetti, dal canto suo, lancia la presidente del Senato: «Casellati? Potrebbe essere un modo per fare un sondaggio meno formale di quello del presidente».