A 46 anni dalla strage di Acca Larentia, lo scontro politico torna a farsi durissimo, ma le indagini per identificare gli autori dei saluti romani ottengono già i primi risultati. Sono stati identificati almeno un centinaio di manifestanti presenti al Tuscolano il 7 gennaio e denunciati in cinque. Sarebbero provenienti per lo più da CasaPound, Blocco Studentesco, Forza Nuova e dagli Ultras Lazio, Fronte Veneto Skinheads e l’associazione il Selvaggio di Siena, riconducibile a CasaPound. Gli stessi ultrà della Lazio, peraltro, radunati ieri a Ponte Milvio prima del match contro la Roma, hanno fatto saluti romani intonando Avanti ragazzi di Buda, canzone antisovietica degli anni Cinquant. È stato comunque lo stesso ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al question time alla Camera, a rispondere alle interrogazioni dell’opposizione e sciorinare i dati delle indagini. In particolare, ha spiegato il titolare del Viminale, ci sono al momento cinque persone, tutte militanti di CasaPound, cui è stata contestata l’apologia di fascismo. E seguiranno altri indagati.
Piantedosi ha in particolare replicato agli attacchi del Pd, soprattutto della segretaria Elly Schlein. "Le organizzazioni neofasciste vanno sciolte – ha attaccato la leader dem –. È imbarazzante il silenzio della presidente del Consiglio, ha parlato tre ore in conferenza stampa, le bastavano 30 secondi per dichiararsi antifascista". Il ministro, ribadendo che il raduno ha "tradito lo spirito della commemorazione" di una "tragedia così grave", ha ricordato che "la particolare complessità dei presupposti previsti dalla normativa vigente è confermata dalla limitata casistica applicativa sinora registrata e dalla circostanza che governi, anche sostenuti dalla parte politica degli onorevoli interroganti, non hanno mai adottato iniziative in tal senso". Traduzione: ma perché nulla è stato fatto durante i governi guidati dal centrosinistra? Domanda caduta nel vuoto, mentre Schlein si è concentrata sui "ricatti" a cui Meloni ha detto di non volersi piegare: "Si sta ricattando da sola – ha replicato la segretaria Pd – perché non prende le distanze dal proprio passato".
Certo è che a destra quella manifestazione del 7 gennaio non ha fatto per niente comodo. Perché ha consentito a un gruppo di "duri e puri" dell’estrema destra storica romana (ma non solo) di mettere in imbarazzo un governo in cerca di legittimazione nelle classi moderate e centriste dell’elettorato. E, soprattutto, ha prestato il fianco all’ennesimo attacco dell’opposizione. Guido Crosetto, ministro della Difesa, ha sottolineato di aver "sempre preso le distanze da ogni manifestazione che ricordi i regimi passati". Mentre Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia, ha liquidato i manifestanti a braccio teso come "100-200 imbecilli". Si diceva invece del silenzio di Meloni: in queste ore circolava un tweet in cui lei avrebbe preso le distanze dalla manifestazione di pochi giorni fa, ma si è rivelato un falso creato ad arte per ragioni satiriche.
Intanto, mentre le opposizioni chiedono l’accertamento di eventuali reati di adunata sediziosa, apologia di fascismo, ricostituzione del partito fascista e quant’altro contenuto nel codice penale sul tema, dai "camerati" presenti alla commemorazione è arrivata una risposta, dura e provocatoria: "Identificarci? E perché? Ci conoscono tutti, avrebbero forse dovuto fare l’appello?". Confida, invece, nel lavoro della Digos "e in tutta la procedura giudiziaria", la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche, Noemi Di Segni: "Una sentenza già c’è stata che condannava questo tipo di inneggiamenti – ha detto Di Segni –. Spero che dalla magistratura sia ribadita una condanna assoluta e che non ci sia una sorta di buonismo “vabbè poverini è solo una nostalgia”".
Dal Tuscolano, poi, la questione si prepara ad approdare anche al Parlamento europeo. Martedì 16 gennaio potrebbe tenersi un dibattito dal titolo "Lotta contro il riemergere del neo-fascismo in Europa, basato anche sulla parata del 7 gennaio di Roma". A chiederlo il gruppo dei Socialisti e democratici.