Torino, 12 luglio 2019 - Torino perde anche il Salone dell'Auto e sulla giunta cittadina pentastellata della città sabauda soffiano venti di guerra. Dopo l'annuncio del presidente della kermesse Andrea Levy, di traslocare l'evento a Milano, è seguita la furibonda reazione della sindaca Appendino, che sbotta e attacca il suo vice Guido Montanari che aveva duramente criticato la manifestazione. "Le sue dichiarazione sono state inqualificabili", ha tuonato la prima cittadina torinese in riferimento alle esternazioni che il suo vice avrebbe riferito pubblicamente, frasi poi riportate da alcuni organi di stampa.
“Fosse stato per me, il Salone non ci sarebbe mai stato. All’ultima edizione ho sperato che arrivasse la grandine e se lo portasse via. Sono stato io a mandare i vigili per multare gli organizzatori”, queste le parole che Montanari avrebbe riservato alla manifestazione nei giorni scorsi e che ha disconosciuto nelle ultime ore, asserendo di essere stato travisato e mostrando un atteggiamento conciliatorio.
"Ho sempre ritenuto che il Salone dell'auto sia una ricchezza della città e che si possa fare al Parco del Valentino con una mediazione tra esigenze degli organizzatori e fruizione del parco" precisa in un post su Facebook, il vicesindaco di Torino Guido Montanari a proposito di "mie pretese dichiarazioni usate per giustificare un abbandono dei promotori da Torino". Per Montanari "limitare i tempi di montaggio e smontaggio dei padiglioni e compensare con interventi sulla qualità del verde è una semplice scelta di buon senso. Questa mia posizione è stata travisata per giustificare evidentemente scelte già assunte" ha concluso dicendo di comprendere "lo sconcerto e il disappunto della Sindaca e mi scuso per aver dato pretesto a polemiche strumentali".
Appendino valuta dimissioni
A nulla dunque è valso il tentativo della sindaca di trattenere la manifestazione dopo le critiche in seno alla sua maggioranza. I consiglieri M5S hanno presentato una mozione che bocciava l'allestimento del Salone nel parco del Valentino. Appendino - dopo aver incontrato ieri Levy - si era detta pronta a votare contro la mozione. Ma, a quanto pare, non è riuscita ad aver la meglio."Senza sottrarmi alle mie responsabilità - fa sapere -, mi riservo qualche giorno per le valutazioni politiche del caso". Se le riflessioni riguarderanno le sue dimissioni o invece, come vocifera, avranno a che fare con una possibile cacciata del suo vice si saprà la prossima settimana.
Di Maio: "Sto con Chiara"
Decisivo potrebbe essere l'incontro a Torino con il vicepremier Luigi Di Maio che in un post si schiera con la sindaca, a prescindere da quella che sarà la sua decisione. "Oggi Chiara è giustamente molto arrabbiata per un'occasione di investimento che ha perso Torino, in cui ci sono anche responsabilità dei consiglieri M5S di maggioranza - scrive il vicepremier -. Alcuni giornali dicono addirittura che voglia dimettersi da Sindaco", aggiunge. E sottolinea: "Qualsiasi decisione prenderà io starò sempre dalla sua parte. Dalla parte di chi, con il buon senso, ogni giorno passa il tempo a costruire una nuova Italia e non a demolire".
Il leader dei grillini coglie l'occasione per lanciare un messaggio a tutto il Movimento. "La visione che ci ha portato al governo delle città e del Paese è sempre stata quella di guardare fuori dal M5s, oltre un simbolo o un gruppo ristretto di persone, per accogliere nuove sfide e nuova gente, confrontarsi, evolversi, costruire nuovi legami con parti della società", scrive il vicepremier in un post. "Poi esiste sempre una piccola minoranza, che io definisco 'i nemici della contentezzà, quella rappresentata da chi preferisce chiudersi e alimentare rancori e tensioni, credendosi portatori della conoscenza divina su cosa significhi 'essere del MoVimentò".
L'OPPOSIZIONE ATTACCA - Duro attacco dalla deputata Pd Silvia Fregolent: "Le dimissioni della sindaca Appendino, per ora solo minacciate, sarebbero il primo vero e proprio regalo alla città. Anche perché i tentativi di scaricare tutto sul suo vice sembrano patetici. Sapeva benissimo chi era Montanari e l'ha scelto per lisciare il pelo ai no Tav; ha sentito chissà quante volte le sue dichiarazioni sul Salone dell'auto che non ha mai contraddetto. Si assuma le sue responsabilità e lasci. I torinesi non si fanno prendere in giro".
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, a margine delle celebrazioni per Abi a palazzo Mezzanotte a Milano, ha puntualizzato: "Non c'e' nessun atteggiamento ostile nei confronti di Torino, non siamo certo stati noi a cercare la cosa, ci mancherebbe, ma d'altro canto non posso non ascoltarli: al momento non ho incontrato nessuno e non c'è nessuna carta sul tavolo, ma se la proposta è di buon senso... perchè no?".