Venerdì 5 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Politica

L’annuncio di Rosato: "Io e Bonetti entriamo in Azione. Con Calenda per un partito nuovo"

Il deputato diventa anche vicesegretario: vogliamo una formazione ampia e plurale, mai alleati con il M5s. "Nelle Regioni scegliamo i candidati più credibili, senza ideologia. Le riforme? Il premierato è un pasticcio"

Da sx Elena Bonetti, Carlo Calenda e Ettore Rosato

Da sx Elena Bonetti, Carlo Calenda e Ettore Rosato

Roma, 30 gennaio 2024 – Onorevole Ettore Rosato, dopo l’addio a Italia viva, come mai adesso insieme a Elena Bonetti accelerate l’ingresso in Azione? "Abbiamo anticipato un percorso inteso alla costruzione di un partito ampio, plurale, che avevamo iniziato con il Terzo polo poi purtroppo fallito. Si avvicinano le elezioni europee e molte scadenze amministrative. Meglio accelerare. Eppoi, onestamente, vale per tanti amici che con Bonetti e me stanno aderendo, abbiamo trovato sintonia e accoglienza". Come nuovo vicesegretario con delega all’organizzazione e gli enti locali, conferma il sostegno all’uscente Alberto Cirio (Forza Italia) in Piemonte? "Stiamo ragionando in modo aperto in Piemonte come nel resto d’Italia, cercando ovunque di posizionarci su candidati credibili e compatibili. Perché i cittadini, quando scelgono il loro sindaco o governatore, prima di fare una scelta ideologica fanno una scelta di capacità e di credibilità. Basta confrontare il dato delle elezioni politiche con le amministrative di ciascun comune per accorgersene". Dai risultati delle amministrative si capisce altresì in che direzione va il Paese. Non servono alleanze alternative al centrodestra per tornare al governo? "Quando ci approssimeremo al 2027 discuteremo di elezioni politiche. Oggi non sono sul tappeto. Comunque un’alleanza che si basi sui populismi e le contraddizioni del Movimento 5 Stelle non ci interessa. Conte non sa scegliere nemmeno tra Biden e Trump. Salvini o il Pd gli sono indifferenti. Mi sembra che il problema non sia nostro, ma del Nazareno". Nell’equidistanza di Conte da Trump e Biden non c’è però anche una capacità d’interpretare domande popolari che penetrano l’elettorato di destra, come ad esempio far contare il voto? "Il populismo di Conte è il populismo di chi, con un provvedimento come il Superbonus 110%, ha trasferito le risorse di tutti sul 3% della popolazione; di chi ha illuso milioni di persone con un Reddito di cittadinanza servito per comprare il consenso e non per costruire percorsi professionali. Non fa solo proclami: fa danni". Escludete perciò il M5s da un’alternativa al governo Meloni? "Il problema è costruire una capacità di governo che vada oltre definizioni inconcludenti che si traducono poi in immobilismo. I grillini hanno fatto campagne elettorali promettendo l’abolizione della povertà e la destra promettendo l’abolizione delle accise. Due gigantesche bufale. Purtroppo però capaci da una parte di suscitare tifoserie e dall’altra di scoraggiare al voto milioni di italiani che non hanno trovato una proposta credibile in campo. La nostra ambizione è costruire quella proposta". Redditi e protezioni sociali son tuttavia istanze reali... "Sono istanze costituzionali. Salute, scuola, salari, sicurezza: quattro pilastri dello Stato. Noi vogliamo costruire il consenso con un’opposizione capace di non dire solo no per posizionamento politico, ma di votare le cose condivisibili e osteggiare quelle sbagliate. Un’opposizione che sappia motivare le ragioni di ogni posizione. Una politica pragmatica e seria". Che cosa c’è di condivisibile e di sbagliato nell’azione del governo Meloni? "Sulla politica estera, sul sostegno all’Ucraina, sulla presenza in Europa sta andando molto in continuità col governo Draghi. Questo è un gran bene. Nelle scelte economiche, distribuire pochi euro a tutti aumentando il debito pubblico, invece di investire in sanità e scuola, è un grave errore". E il premierato ‘madre di tutte le riforme’? "Noi vorremmo fare le riforme istituzionali con la maggioranza. Ma bisogna che stiano in piedi, funzionino e siano utili al Paese. Questo premierato tutto in salsa italiana, senza togliere il bicameralismo perfetto e indebolendo le prerogative del presidente della Repubblica, mi sembra un gran pasticcio".

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