Roma, 22 settembre 2018 - Rocco Casalino prende la parola dopo essere finito al centro delle polemiche per un audio diffuso dai media in cui parla di una "megavendetta" contro i tecnici del ministero dell'Economia. "Sta circolando un messaggio-audio che riproduce la mia voce in una conversazione assolutamente privata avuta con due giornalisti - afferma in una nota il capo della comunicazione del Movimento 5 Stelle e portavoce del premier Giuseppe Conte -. La pubblicazione viola il principio costituzionale di tutela della riservatezza delle comunicazioni e, nel caso fosse accertato che sia stato volontariamente diffuso ad opera dei destinatari del messaggio, le più elementari regole deontologiche che impongono riserbo in questa tipologia di scambi di opinioni".
SCHEDA Casalino, dal Grande Fratello a Palazzo Chigi. Il profilo
Casalino spiega: "Il delicato incarico che ricopro mi impone di chiarire che i contenuti della conversazione sono da considerare alla stregua di una libera esternazione espressa in termini certamente coloriti, ma che pure si spiegano in ragione della natura riservata della conversazione, che non c'era nessun proposito da perseguire in concreto ma più una sensibilità presente all'interno dei 5Stelle e che era mia premura rappresentare". A stretto giro in sua difesa interviene il presidente del consiglio Giuseppe Conte: "Le dichiarazioni del mio portavoce, ing. Rocco Casalino - scrive in una nota -, hanno chiarito che la diffusione dell'audio che sta circolando in queste ore configura condotte gravemente illegittime che tradiscono fondamentali principi costituzionali e deontologici".
FICO E M5S CON CASALINO - Già oggi il Movimento 5 Stelle aveva difeso il portavoce: "Quello che è stato ripetuto per l'ennesima volta ai giornalisti De Angelis e Salvatori da Rocco Casalino, era la linea del MoVimento 5 Stelle detta e ridetta in tutte le salse - si legge in un posto del Blog delle Stelle -. Siamo assolutamente convinti (ed è sotto gli occhi di tutti) che nei ministeri c'è chi ci rema pesantemente contro". Si unisce il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, è "assurdo che i giornalisti che ricevono un messaggio facciano uscire le proprie fonti. E' decontestualizzato, io non conosco la questione, contesto soltanto il fatto. Voi chiamate sempre anche me e, se io vi mando un messaggio, credo che voi non dobbiate farlo uscire". Sul piede di guerra, invece le opposizioni che chiedono le dimissioni di Casalino.
DI MAIO - "Ritengo inaccettabile" che adesso il bersaglio siano diventati i nostri dipendenti della comunicazione. Chiunque vive il Movimento conosce bene l'importanza delle nostre strutture di comunicazione. Sono i migliori perché, in tutti questi anni, si sono inventati ogni giorno metodi alternativi alle tecniche tradizionali per far arrivare i nostri contenuti a milioni di italiani", ha scritto Di Maio in una lunga lettera ai parlamentari del Movimento 5 Stelle, postata anche sul suo profilo Facebook.
"Al Governo ci siamo noi e c'è la Lega. Ma se partiti, lobby e burocrati devono scegliere chi combattere, sono tutti d'accordo con il 'dagli addosso al Movimento 5 Stelle sempre e comunque'. Il lato oscuro dello Stato non crede neanche minimamente di poter avere qualche garanzia da noi. Questo ci deve rendere orgogliosi, ma ci deve far tenere sempre alta la guardia", ha continuato Di Maio.
L'AUDIO - Nella registrazione finita nella bufera, si sente il portavoce del premier che parla, presumibilmente con dei giornalisti, della linea del Movimento 5 stelle da far trapelare alla stampa a proposito della manovra. Se "non dovessero uscire i soldi per il reddito di cittadinanza, tutto il 2019 sarà dedicato a far fuori questi pezzi di m. del Mef", dice Casalino. Che prima però avvisa l'interlocutore: "Domani se vuoi uscire con una cosa che può essere simpatica... la metti un po’ come fonte parlamentare, però, eh".
IL MINISTERO DELL'ECONOMIA - Fonti del ministero dell'Economia e delle Finanze nel pomeriggio fanno sapere che "l'attribuzione di risorse a determinate voci di bilancio piuttosto che ad altre non spetta alle strutture tecniche del Ministero dell'Economia perché è una scelta politica. Ovviamente anche il reperimento delle coperture finanziarie rientra in questo stesso ambito". Le fonti ricordano che "Il bilancio dello Stato è pubblico e visionabile da tutti sui siti istituzionali". Si apprende inoltre che "il Ministro dell'Economia, Giovanni Tria, esprime piena fiducia ai dirigenti e alle strutture tecniche del Mef e apprezzamento per il lavoro che stanno svolgendo a sostegno dell'attuazione del programma di governo, come peraltro evidenziato dal presidente del Consiglio".