Roma, 23 settembre 2018 - Di lui si conoscono più le gaffe che l’operosità con cui, in modo maniacale, persegue il controllo di tutto ciò che è comunicazione nel Movimento 5 Stelle. Ed è un peccato, perché Rocco Casalino, oggi, è davvero l’uomo più potente dei 5 Stelle. Anche se è solo lo spin doctor di Giuseppe Conte. Nella mente dei più, Casalino resta uno dei personaggi del primo Grande Fratello, ma c’è anche chi lo ricorda quando, nel 2004, al corso di giornalismo della Provincia di Milano, davanti a una platea attonita di aspiranti comunicatori della PA, vaticinò: "Tra dieci anni io sarò il vostro capo".
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Ha avuto ragione se oggi è considerato l’anima stessa del presidente del Consiglio, fedelissimo di Davide Casaleggio a Palazzo Chigi, e potenzialmente ‘premier ombra’, con un occhio su tutti i dossier che contano compresi quelli dei principali ministri a 5 Stelle. Dicono, tra i parlamentari M5S, che Casalino abbia un controllo capillare, quasi brutale, di tutto ciò che si muove all’interno. Ma anche fuori.
Di recente è passato agli onori delle cronache per aver inserito nel curriculum un master inesistente in economia alla Shenandoah University, per il suo stipendio d’oro, per aver strattonato il premier alla sua prima uscita europea, per aver ‘mazziato’ Enrico Mentana che tardava a dare in diretta notizie e foto che egli stesso gli aveva allungato e per aver criticato l’arredamento del suo ufficio a Palazzo Chigi. E, infine, per aver richiesto, spudoratamente, un alloggio di servizio nella sede del governo, cosa non prevista per il portavoce, ma solo per il premier.
È noto, anche, per il cosiddetto ‘metodo Casalino’: bloccare improvvisamente le ospitate o le interviste tv di chiunque dei pentastellati a seconda dell’umore. Insomma, più che un portavoce, una rockstar.
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Eppure non è sempre stato così. Lo si ricorda anche appena uscito dalla casa del Gf da ingegnere elettronico, tedesco di nascita e brindisino di sangue, mentre spremeva scandali tv e accantonava denaro alla ricerca d’un punto d’appoggio che poi arrivò, a Telenorba, con Lamberto Sposini. È stato un caso se Casalino è finito nei 5 Stelle, non un caso che ne sia diventato, per volere di Grillo, il portavoce parlamentare. Oggi è l’ombra del premier. Un’ombra che, nonostante la bravura, sta diventando ingombrante.