Roma, 22 settembre 2018 - Sono passati 18 anni dall'ingresso di Rocco Casalino nella casa del Grande Fratello, reality allora alla sua prima clamorosa edizione. I telespettatori italiani impararono a conoscere subito l'ingegnere pugliese nato in Germania. A colpire fu in particolare una certa ambizione che suonava fragorosa tra le mura della casa-bunker di Cinecittà. Aspirazione massima? "Diventare primo ministro o amministratore delegato di una multinazionale", diceva Casalino. E alla fine, a Palazzo Chigi ci è arrivato davvero. Non nella veste di premier, ma di potentissimo portavoce del presidente del Consiglio e dominus della comunicazione a 5 Stelle. Come a 5 stelle è lo stipendio, 169mila euro l'anno, per il quale è stato criticato. In realtà è lo stesso dei suoi predecessori del Pd, forse stride solo con i proclami anti-casta del Movimento 5 Stelle...
Il punto è che Casalino ha aderito relativamente presto a quegli stessi proclami, inaugurando la militanza nel Movimento già nel 2011 e aprendosi alla strada a quella carriera che già auspicava quando era "relcuso" nella casa del Grande Fratello. Classe 1972, poliglotta (parla quattro lingue), è nato a Frankenthal, in Germania, in una famiglia di emigrati pugliesi. Dopo l'infanzia in Germania l'arrivo in Italia e la laurea in ingegneria elettronica con specializzazione in ingegneria gestionale all'Università di Bologna. Poi, nel 2000, appunto la notorietà grazie al Gf, dove agli autori spiega di non avere veri e propri idolo, eventualmente "solo scienziati e scrittori" e di ammirare "chi riesce a creare qualcosa dal nulla". E infatti, anni dopo, scoprirà Beppe Grillo e la sua creatura nata dal nulla. Ma nulla è nato davvero per caso. Perché, con la tenacia che gli riconoscono amici e nemici, Rocco Casalino prova a scrollarsi quasi subito di dosso l'etichetta di "quello del Grande Fratello" e, dopo le ospitate tv e la "militanza" nella scuderia di Lele Mora, dal 2004 passa al giornalismo, prima a Telelombardia e poi alla pugliese Telenorba.
La svolta politica è appunto del 2011, con l'ingresso nel M5S. L'anno dopo si candida alle regionali in Lombardia, ma si ritira dopo le contestazioni nate sul web dai sostenitori del Movimento per i suoi trascorsi televisivi. Il Movimento era ancora duro e puro, in questo senso... Poi, nonostante le polemiche, fa breccia nel cuore di Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo. "Non giudicatemi per quello che sono stato ma per quello che sono realmente", diceva del resto nel messaggio di autocandidatura. Nel 2013, quando gli esponenti del Movimento 5 Stelle vengono eletti in Parlamento, Rocco viene ingaggiato come vice responsabile della comunicazione del gruppo al Senato, quindi diventa responsabile per la comunicazione coi media al Senato, nonché portavoce e capo comunicazione dello stesso gruppo.
Oggi è uno dei personaggi più potenti del Movimento. Prima di parlare con un giornalista o confermare la presenza a un talk show, tutti devono passare da lui. Il sogno di arrivare nella stanza dei bottoni si realizza nel giugno scorso, quando Casalino viene nominato portavoce del presidente Conte. Lavoratore indefesso, e anche per questo - rivendica - giustamente retribuito: "Sono portavoce e capo ufficio stampa, dirigo una trentina di persone, sono reperibile giorno e notte, sette giorni su sette, lavoro 13-14 ore al giorno. Ho responsabilità enormi, nelle mie mani c'è la comunicazione di Palazzo Chigi".