Giovedì 19 Dicembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Roberto Speranza (Pd): "Si apre una fase nuova. Bene la scelta del M5s. Renzi? Ci vuole prudenza"

L’ex ministro della Salute: "Negli ultimi mesi si è registrato un cambiamento. C’è una destra in difficoltà, litigiosa, incapace di dare risposte ai cittadini. Il Pd in questo momento è il cardine dell’alternativa: mette al centro le persone"

Roma, 3 agosto 2024 – "Si è invertita la fase, che pareva a senso unico, della destra in crescita e la sinistra in difficoltà: oggi la maggioranza di governo è in affanno e le opposizioni sono in fase espansiva". Per l’ex ministro della Salute del Pd Roberto Speranza è questa l’indicazione che emerge, non solo dalle elezioni europee e amministrative, ma ancor più dalla partecipazione alla raccolta di firme sul referendum per l’abrogazione dell’Autonomia differenziata.

Roberto Speranza, 45 anni, deputato del Pd, è stato ministro della Salute
Roberto Speranza, 45 anni, deputato del Pd, è stato ministro della Salute

Onorevole Speranza, che cosa si è innescato dopo il voto europeo, che sembrava aver quasi confermato i rapporti tra maggioranza e opposizione?

"Il tema vero è che si è aperta una fase nuova. Dopo la sconfitta del 2022 si era diffusa la sensazione che si fosse inaugurato un lungo ciclo di destra senza alternative. Negli ultimi mesi si è invece registrato un cambiamento significativo. Europee e amministrative sono state interessanti e positive per il Pd. Ma aggiungerei anche il vento delle elezioni inglesi e del secondo turno di quelle francesi. Quella che fino a poco tempo fa appariva una partita con un solo giocatore in campo oggi ci trova in gioco e anche in crescita".

A che cosa è dovuto?

"Una destra in difficoltà, litigiosa, che ha sbagliato in Europa e soprattutto è incapace di dare risposte ai cittadini. Da qualsiasi punto la si prenda, costo della vita, salute, immigrazione, il governo va avanti più per spot che dando risposte reali. E produce forzature istituzionali, come sull’Autonomia e sul premierato, che suscitano una risposta civica oltre che politica. L’ondata straordinaria di partecipazione popolare alla firma per il referendum non può essere ridotta a organizzazione partitica: indica una spinta vera dal basso".

Quindi da dove rimettere in moto il campo di centrosinistra invocato dagli elettori?

"Occorre dare merito al nuovo ciclo del Pd e al lavoro prezioso di Elly Schlein, che ha creato un clima nuovo. Sia in Parlamento che nei territori, il Pd è in questo momento il cardine dell’alternativa e si è qualificato come il partito che mette al centro le condizioni reali delle persone, penso alla difesa del Servizio sanitario e alla battaglia sul salario minimo. Oltre, naturalmente, alla difesa della Costituzione, sia sul fronte dell’Autonomia differenziata che sul premierato".

Il fronte referendario e la battaglia, dopo le regionali di autunno, possono essere il punto di svolta?

"Per me la fase due si è già aperta. Dentro questa stagione, dobbiamo lavorare per il miglior risultato possibile alle regionali. Poi la partita referendaria sarà sicuramente fondamentale. È una sfida ambiziosa, visto il quorum e considerando che alle Europee ha votato meno della metà degli aventi diritto. Io penso che l’alternativa nella sostanza sia già viva, e vada portata nel Paese e nella società senza paura. Dobbiamo misurarla nei passaggi a venire con consapevolezza, ma anche umiltà".

Si aspetta una scelta di campo definitiva dalla Costituente dei 5 Stelle decisa da Giuseppe Conte?

"Penso che negli ultimi anni i 5 Stelle abbiano fatto una scelta netta e chiara per il campo progressista. Per me questo è un bene. Anche la nuova collocazione europea è dentro questo indirizzo di fondo. Il momento di ulteriore confronto interno che stanno preparando va guardato con rispetto".

Come valuta invece la scelta di campo di Matteo Renzi a favore del centrosinistra a trazione dem?

"Sinceramente con molta, molta prudenza. Il punto non sono i veti ma l’idea di Paese. E per me la politica non è un tabellone del Risiko dove spostare truppe come meglio conviene con grande spregiudicatezza. La politica riguarda la vita reale delle persone. Di questo bisogna discutere. Se, per esempio, dici che il salario minimo non va bene, per me c’è un problema. E per risolverlo non basta una foto a una partita di calcio".