Martedì 26 Novembre 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Maxi rissa alla Camera, è bagarre sull’Autonomia. Colpito un deputato grillino, portato via in carrozzina

lI presidente Fontana acquisisce i filmati: seduta sospesa. Espulso il dem Stumpo. Scambi di accuse al vetriolo e cori da stadio. Foti a Schlein: "Così non si fa"

Roma, 13 giugno 2024 – È ancora lunga la strada verso l’approvazione del premierato, all’incirca fino al 2026, anche se la prima votazione è fissata per martedì 18 giugno al Senato. Tumultuosa, invece, quella dell’Autonomia differenziata. Pur non necessitando dei tempi di revisione costituzionale, la lettura della riforma firmata dal ministro Roberto Calderoli ieri ha scatenato un duplice parapiglia, prima canoro e poi pugilistico, nell’Aula di Montecitorio oppo

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sizione e di maggioranza.

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Mentre a Palazzo Madama la conferenza dei capigruppo ha stabilito che alle 15 del 18 giugno inizieranno le dichiarazioni di voto finali sul premierato, di cui sono stati approvati gli articoli 5 e 6, nell’Aula di Montecitorio è andata in scena la bagarre tra leghisti e opposizioni sull’Autonomia differenziata. Prima il deputato del Carroccio Domenico Furgiele è stato espulso per aver mimato la X Mas verso le opposizioni, che hanno replicato intonando Bella Ciao. Seduta sospesa. Alla ripresa il pentastellato Leonardo Donno si è avvicinato al ministro Calderoli per consegnargli una bandiera tricolore, finendo lungo steso nell’immediato parapiglia da due cazzotti, assestati a detta dei testimoni, dal leghista Igor Iezzi. Trasportato fuori in carrozzina, per Donno è servito il medico della Camera.

Donno sporgerà denuncia, mentre i filmati sono stati acqusiti dal presidente di Montecitorio Fontana. In Transatlantico il capogruppo di FdI Tommaso Foti dice a Elly Schlein: "Così non si fa, cosi’ non si fa...". Fabio Pietrella di Fratelli d’Italia racconta: "Stavo cercando di stemperare gli animi con Gnassi, ho fermato Toni Ricciardi del Pd. E appena l’ho fermato lui mi ha dato due stampelle sul petto". Un altro esponente dem, Nico Stumpo, è invece stato espulso per aver lanciato una sedia.

La conferma arriva dal presidente di turno della seduta, Sergio Costa: "L’ho espulso perché ha lanciato una sedia. Contro i banchi del governo? Sì, ma come gesto simbolico, non contro una persona". Nulla rispetto a quando, 70 anni fa, durante l’approvazione della “Legge truffa“, il ministro dei Rapporti col Parlamento Andreotti si coprì la testa con un cestino per proteggersi dagli oggetti che volavano. Al giorno d’oggi, però, "non è possibile riprendere i lavori in questo clima di crescente violenza verbale e addirittura fisica", protesta la segretaria dem Schlein.

Non il miglior viatico per la maggioranza che, forte del consenso raccolto alle Europee, intende accelerare sulle riforme. Non che Giorgia Meloni e i suoi siano entusiasti dei costi dell’Autonomia e dei dissensi che suscita nel Mezzogiorno. Ma nulla ormai deve ostacolare il doppio binario per approvare la prossima settimana le due riforme. Semmai è quella della Giustizia che, con buona pace del ministro della Difesa Guido Crosetto, correrà su un binario a scartamento ridotto rispetto alla forma di governo. 

Il Senato ieri ha approvato gli articoli 5 e 6 (su 8) del ddl sul premierato. In segno di protesta contro il primo, che introduce l’elezione diretta del presidente del Consiglio, le opposizioni hanno abbandonato l’Aula, contestando la mancanza di tempi di discussione e il fatto che si rimanda a legge ordinaria il metodo di elezione. L’opposizione per ora non sembra però intenzionata a sfidare la maggioranza su un modello istituzionale condiviso per raggiungere i due terzi necessari a sventare il referendum. Che, stante la doppia lettura delle Camere, non dovrebbe avvenire prima del 2026.