Lunedì 23 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Rissa in Aula alla Camera, Donno (M5s) colpito, cade a terra. Poi esce in carrozzina. “Sono al pronto soccorso, denuncerò”

M5s: “E’ stato aggredito fisicamente dai parlamentari della maggioranza tra cui il leghista Iezzi”. Il partito di Salvini: “Parapiglia scoppiato per il comportamento provocatorio di Donno”. Acquisiti i filmati dal presidente della Camera Lorenzo Fontana per accertare i fatti

Roma, 12 giugno 2024 – Colpito il deputato pentastellato Leonardo Donno durante le proteste in aula della Camera per l’autonomia differenziata. Donno stava cercando di porgere il Tricolore al ministro delle Autonomie, Roberto Calderoli, quando diversi deputati leghisti hanno circondato il grillino ed è scoppiata la rissa. Donno è stato strattonato e colpito fino a cadere a terra. Subito dopo è stato portato via dall'aula in carrozzina. Secondo i grillini a colpirlo sarebbero stati “diversi parlamentari della maggioranza tra cui il leghista Igor Iezzi”. E’ rimasto colpito anche un assistente parlamentare intervenuto per sedare la rissa.

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Rissa in Aula, Donno colpito cade a terra (Ansa)
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Ora Donno si dice pronto a sporgere denuncia: “Parlerò con i miei legali e acquisirò le immagini. Non ho avuto tempo di vedere nulla, per ora ho rassicurato mia moglie e mio figlio che mi hanno chiamato spaventati. Sono qui in ospedale per dei controlli, sto meglio”, ha detto il deputato collegato con il programma ‘Otto e Mezzo’. A seguito di quanto accaduto, la presidenza della Camera ha acquisito i filmati per accertare nella loro interezza i fatti e adottare ulteriori provvedimenti. Nel frattempo i lavori sono stati sospesi e riprenderanno domani mattina alle 9.30. 

Il racconto di Donno

"Ho preso un pugno che mi ha sfiorato la faccia dal deputato Iezzi, altri ci hanno provato come

Mollicone, Candiani. Poi sono arrivati tanti altri, i commessi....io sono crollato, sentivo male al petto e facevo fatica a respirare. Di sicuro mi sono spaventato ma per fortuna ora sto bene, mi hanno fatto un elettroccardiogramma e sto bene". Sono queste le prime parole del deputato M5s Leonardo Donno dopo la rissa in aula alla Camera. E sul gesto di consegnare la bandiera italiana a Calderoli puntualizza: “Non c'era nessuna violenza da parte mia – ha spiegato – tant'è che il

ministro ha solo indietreggiato".

La condanna del M5s 

"L'aggressione avvenuta alla Camera ai danni di Leonardo Donno è un fatto gravissimo e vergognoso. Il nostro deputato voleva solo consegnare una bandiera italiana al  ministro Calderoli, quando è stato aggredito fisicamente da parlamentari della maggioranza tra cui il leghista Iezzi, venendo colpito con pugni e finendo a terra. Chiediamo provvedimenti seri e immediati contro questo atto di vero e proprio squadrismo perpetrato all'interno delle istituzioni che infanga la nostra democrazia e qualifica chi lo ha compiuto", riporta la nota del M5s.

"Siamo arrivati alle violenze dai banchi della maggioranza Meloni. Hanno aggredito il nostro Leonardo Donno perché ha portato il Tricolore al ministro Calderoli, perché diciamo no alla secessione dell'Italia firmata Meloni, Salvini e Tajani. E' uscito in barella dalla Camera dei deputati. Giù le mani da noi, giù le mani dal nostro Tricolore. Non passerete. Vergogna", ha scritto Giuseppe Conte su X. 

La reazione della Lega

"Contrariamente a quanto riferito da alcuni mezzi di informazione e da alcuni esponenti del M5S, è il deputato Donno del M5S ad aver aggredito il ministro Calderoli. Il parapiglia generatosi è la conseguenza del comportamento fortemente provocatorio del deputato Donno. Il video dimostra come si sono svolti realmente i fatti", riporta una nota diffusa dalla Lega.

Furgiuele e il segno della Decima

Sempre oggi in Aula, il deputato leghista Domenico Furgiuele ha fatto il segno della x con le mani, che molti hanno interpretato come il segno della Decima Mas, per dire no alla canzone ‘Bella ciao’ intonata dalle opposizioni per protesta alla riforma dell’Autonomia. Furgiuele ha spiegato: “Sicuramente il mio era un no a 'Bella ciao’ perché non è una canzone che rappresenta tutto il popolo italiano”. E ha aggiunto: “In ogni caso posso fare quello che voglio, era un gesto come quello che fanno i giudici a X Factor. C'è stata una provocazione e ovviamente la risposta non poteva che essere provocatoria” .