Lunedì 23 Dicembre 2024
SIMONE ARMINIO
Politica

Riforme, Casellati scopre le carte: "Sarà un premierato all’italiana". Per Meloni è la Terza Repubblica

Oggi al vertice di maggioranza verrà discussa la bozza di legge. Venerdì il Cdm. La ministra: nessun intervento sul presidente della Repubblica. Ma è scontro sui poteri che avrà

Bologna, 30 ottobre 2023 – Se la simbologia conta qualcosa, allora avrà un senso che la premier abbia scelto le insegne del congresso Dc – partito simbolo della Prima Repubblica – per annunciare una legge sul Premierato e "l’avvio di una Terza Repubblica". Perlomeno a suo avviso. Perché, va detto, il passaggio storico-terminologico è stato già tentato nell’ultimo decennio un buon numero di volte. Ci riprova ora Giorgia Meloni, con un appuntamento già preso: il 3 novembre, venerdì prossimo, il Consiglio dei Ministri discuterà la proposta di una riforma costituzionale ’soft’ a cui da mesi sta lavorando Maria Elisabetta Alberti Casellati. Ma del testo si parlerà in realtà già oggi, nel vertice di maggioranza sulla manovra, e sarà quello il primo banco di prova per capire se il tempo delle modifiche costituzionali in Italia è arrivato davvero o se tutto finirà ancora in un nulla di fatto.

La ministra per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa ieri non ha resistito a qualche anticipazione, pur mantenendo viva una certa suspence: "Ci sarà una grande sorpresa", ha chiarito. Ma "in senso positivo" e in ogni caso nessun terremoto sul Quirinale e sulle modalità di elezione del suo inquilino. "Abbiamo abbassato bandierine come l’elezione diretta del presidente della Repubblica, che pure era nel nostro programma", ha chiarito infatti Alberti Casellati.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Ma se l’elezione è salva, resta il rebus delle nuove funzioni che la massima istituzione avrà, se il disegno di legge costituzionale che la maggioranza sta per presentare entrerà effettivamente in vigore. Già, perché quello che pare certo è che la riforma verterà principalmente sugli articoli 88, 92 e 94 della Costituzione, due dei quali rappresentano ad oggi i principali poteri nelle mani del capo dello Stato. Ovvero: la possibilità del presidente della Repubblica di sciogliere le Camere (articolo 88) e la nomina del presidente del Consiglio dei ministri e dunque dei ministri (articolo 92).

Nel primo caso, tema caldo è un recinto che la maggioranza vorrebbe introdurre: ovvero l’obbligo per il Colle di trovare un nuovo premier incaricato solo all’interno della maggioranza uscita dalle urne, precludendo la possibilità di ribaltoni. ll terzo articolo a essere riscritto, il 94 della Carta, è invece il voto di fiducia di Camera e Senato nei confronti del premier. Nessun riferimento a modelli già in uso in altri Stati, ipotesi che Alberti Casellati ha di nuovo escluso chiaramente: "Ho parlato di un premierato all’italiana – ha detto ieri l’ex presidente del Senato parlando all’assemblea nazionale di Azione di Carlo Calenda –, e di una riforma che avrà una legge elettorale con un premio di maggioranza".

Che contorni avrà questo modello italiano, è ancora presto per capirlo, anche perché il disegno di legge costituzionale, scritto inizialmente in cinque articoli e poi ridotto a tre, oltre al vertice di maggioranza di oggi, e al passaggio in Consiglio dei ministri di venerdì, dovrà attraversare le ben più ardue forche caudine del voto parlamentare a maggioranza qualificata, con il sì di due terzi dei votanti. Ciò che filtra, in ogni caso, è che il Parlamento non acquisirà il potere di sfiducia costruttiva del presidente del Consiglio, ovvero la sua sfiducia con la contestuale indicazione del suo successore, come si può (ma quasi mai accade) in Germania, Spagna e altri Stati.

La novità principale, invece, potrebbe vertere, a monte, nella riforma elettorale in senso maggioritario, con un’unica scheda per eleggere Parlamento e presidente del Consiglio, e un premio su scala nazionale che garantisca alla lista collegata al premier il 55% dei seggi alle Camere. Da discutere la possibilità che il Colle possa ancora eleggere i senatori a vita. Fortemente critiche le opposizioni su tutto l’impianto. "La presidente del Consiglio annuncia con fierezza la sua percezione di avere la responsabilità storica di portare l’Italia nella Terza Repubblica", ironizza Angelo Bonelli, Verdi e Sinistra, che poi attacca: "Ci opponiamo fermamente a modifiche che alterino l’equilibrio dei pesi e contrappesi del nostro sistema parlamentare e ridimensionino il ruolo del presidente della Repubblica". E Riccardo Magi di +Europa parla di un disegno "spaventoso e sconclusionato" e di una "deriva pericolosa che va fermata". Al vertice di oggi, intanto, si capirà perlomeno se un’ipotesi di riforma è pronta a partire.

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