Sabato 21 Dicembre 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Politica

La riforma della giustizia: via l’abuso d’ufficio. Maggioranza e Terzo polo votano insieme

In Commissione al Senato passa il primo sì alla cancellazione del reato. Il ministro Nordio: "L’abrogazione avrà un impatto positivo sull’economia". La rabbia delle opposizioni. Cambia anche il traffico di influenze illecite

Roma, 9 gennaio 2024 – L’abuso d’ufficio va verso la scomparsa dal codice penale. Il primo sì alla cancellazione del reato spauracchio di tutti gli amministratori pubblici è stato dato in commissione giustizia dalla maggioranza di centrodestra con il voto aggiuntivo di Italia Viva e Azione. Contrari Pd, M5s, Avs. L’ok all’articolo 1 del Ddl Nordio è arrivato, ha spiegato la presidente Giulia Bongiorno, grazie all’accordo raggiunto con il ministro e la maggioranza di aprire un tavolo per una revisione di tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione.

Carlo Nordio, 76 anni, ministro della Giustizia nel governo Meloni, è stato magistrato per quarant’anni
Carlo Nordio, 76 anni, ministro della Giustizia nel governo Meloni, è stato magistrato per quarant’anni

L’esultanza di Nordio

Esulta il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il quale dice che "l’abrogazione di questo reato evanescente, richiesta a gran voce da tutti gli amministratori di ogni parte politica, contribuirà a un’accelerazione delle procedure e avrà quell’impatto favorevole sull’economia auspicato nei giorni scorsi dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni". Mercoledì mattina alle 9,15 si votano gli emendamenti relativi all’articolo 2 del testo, che affronta il nodo della trascrizione delle intercettazioni a tutela del terzo estraneo al procedimento. Ma la Lega vuole anche attenuare la legge Severino, eliminando l’obbligo di sospendere gli amministratori pubblici dopo la sentenza di condanna di primo grado.

Le polemiche

Dopo il voto scoppiano le polemiche. Il capogruppo Pd in commissione Senato Alfredo Bazoli dice che "resteranno così senza sanzioni tante condotte prevaricatrici di pubblici funzionari compiute insieme a singoli cittadini ed è una cosa per noi inaccettabile". Proprio mentre l’Europa sta approvando ora una direttiva che impone il reato in tutti gli Stati membri: "Quindi quando arriverà l’ok dovremo reintrodurlo", conclude. Il senatore M5s Roberto Scarpinato dice che il governo Meloni "normalizza l’abuso di potere, cioè lo sviamento del potere pubblico per finalità private, e il conflitto di interessi".

Chi abusa dell’abuso

Mentre il calendiano Enrico Costa dice di aver raccolto "150 casi di sindaci di piccoli comuni colpiti da inchieste e processi per abuso d’ufficio e poi prosciolti o assolti. Ne ho fatto una pubblicazione: “’Chi abusa dell’abuso’”. Basta leggerla". Gli fa eco il viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (Forza Italia), il quale sostiene che il 92-93% delle inchieste per questo reato "finisce in archiviazioni, proscioglimenti e assoluzioni. Questo fa sì che si confonda molto spesso l’illecito amministrativo con quello penale, l’illegittimità con l’illiceità".

Il traffico di influenze illecite

Cambia anche il reato di traffico di influenze illecite. Viene approvata la proposta di modifica del senatore della Lega Manfredi Potenti: non si parla più di sfruttare intenzionalmente le relazioni esistenti per trarne vantaggio, ma di "utilizzarle". Secondo Bongiorno la modifica "tipizza meglio la norma". Il reato è uno di quelli contestati a Denis e Tommaso Verdini nell’ambito dell’inchiesta Anas. Proprio Tommaso nelle intercettazioni diceva che al traffico di influenze lui e gli altri indagati dovevano "stare molto attenti". Ignoto, per ora, l’effetto della modifica sull’indagine.