Mercoledì 17 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Ricci difende Schlein: "Le parole di Grillo? Lui tenta di boicottarci"

Il sindaco Pd di Pesaro: la Schlein al corteo 5 Stelle dimostra che su certi temi si può andare insieme "Ma adesso serve una fase costituente per arrivare alle Europee con un progetto chiaro".

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro

Matteo Ricci, sindaco di Pesaro

"Al netto del tentativo di boicottaggio da parte di Beppe Grillo, dobbiamo continuare a mantenere la tensione unitaria, per sfidare compatti il governo sui temi concreti come la lotta alla precarietà". Ma per il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, direzione nazionale e leadership del Pd devono "avviare una vera fase costituente che culmini entro fine anno in una grande convention dove presentare un nuovo manifesto del partito per vincere le europee".

Grillo ha trasformato in un boomerang il saluto di Schlein alla manifestazione del M5S contro la precarietà?

"Le parole di Grillo sono sbagliate e pericolose. Credo che le abbia scelte per prendersi la scena e ostacolare un rapporto costruttivo tra le opposizioni. Che invece dovrebbe essere l’obbiettivo di tutti: perché se le tre opposizioni non si coordinano almeno sui temi condivisi non ci sarà verso di mettere in difficoltà la maggioranza di governo. Invece, alla prima vera occasione d’incontro, ci ha pensato Grillo con la sua uscita a ostacolare quell’avvicinamento".

Il fatto che il fondatore del M5s abbia evocato simbologie vetuste rivela l’intenzione di boicottare le aperture al dialogo e delegittimare Conte?

"Mi è effettivamente sembrata una scelta ponderata: per acuire il divario tra 5Stelle e Pd proprio mentre la piazza andava in direzione contraria. Si è preso la ribalta mediatica a scapito di Conte, che aveva promosso la manifestazione. Quando invece la presenza di Schlein sul tema della precarietà e il salario minimo dimostrava che è possibile trovare unità d’intenti delle opposizion. Perché è vero che nel 2024 si votano le Europee col proporzionale e ogni partito farà corsa a sé. Ma è vero anche che ci saranno le elezioni in 5mila comuni, dove la sfida è col centrodestra, e occorre costruire alleanze capaci di vincere. Questo significa impegnarci a tenere alto il profilo del Pd e al tempo stesso tessere tela dell’unità del centrosinistra".

Dalla manifestazione sulla scuola a Firenze, al gay pride, al corteo sulla precarietà: finora la nuova dirigenza dem ha solo aderito a mobilitazioni promosse da altri. Considerata anche la débâcle delle comunali, come rimettere in campo l’iniziativa del Pd?

"Dobbiamo lanciare una vera fase costituente. Il congresso è stato un passaggio importante per la scelta della leadership su una linea politica, ma non è bastato. Sta ora alla segretaria dimostrare la capacità di recuperare e coinvolgere tutte le forze e sensibilità interne e esterne. Dobbiamo lavorare 5 o 6 mesi a partire dai territori, per ridefinire il profilo culturale, organizzativo e programmatico del partito e arrivare alla fine dell’anno a una grande convention dove presentare il progetto per vincere le Europee. Che si giocheranno su quale sarà il primo partito tra Fratelli d’Italia e Pd".

Su un tema come la riforma della giustizia, oltre che coi 5Stelle, ci sono divergenze anche all’interno del Pd. Possibile che il garantismo rimanga appannaggio dei moderati?

"Penso intanto che la sinistra debba esser veramente garantista. E sfidare la destra sulla semplificazione e la velocità nell’organizzazione del paese. Su questi argomenti nel Pd c’è un’annosa discussione tra amministratori e pezzi dei gruppi parlamentari. Io credo che si possa essere un partito della legalità e al tempo stesso garantista e della velocità".

Compresa anche l’abrogazione dell’abuso d’ufficio?

"Sono 10 anni che come sindaci lo diciamo a tutti i governi: si tratta di un reato assurdo che ha alimentato la paura della firma e non ha prodotto legalità. Su 5.800 procedimenti ci sono state 27 condanne in primo grado; tutti gli altri sono stati archiviati o assolti".