Martedì 30 Luglio 2024
COSIMO ROSSI
Politica

Nuovo campo largo, chi non sta con Renzi. I mal di pancia centristi: "Noi guardiamo a FI"

Lettera di un gruppo di amministratori renziani: facciamo un congresso. Così la base punta a guastare i piani di ritorno a casa dell’ex premier. Anche il M5S di Conte ha convocato la costituente per il 4 ottobre

Roma, 30 luglio 2024 – Rischia di convolare esangue, l’Italia Viva di Matteo Renzi, alle nozze con Elly Schlein nel fronte unitario invocato dagli elettori di centrosinistra col voto europeo. La scelta di campo annunciata nei giorni scorsi dal leader centrista ha infatti colto in contropiede la frangia più ostinatamente terzopolista e anti-populista del partito. Un gruppo di amministratori locali chiede perciò la convocazione di un congresso per riaffermare la linea alternativa al bipolarismo. Mentre alcuni parlamentari sembrerebbero invece già prestare orecchio alle sirene di FI, a sentire quanto rivelano le indiscrezioni del Transatlantico di Montecitorio.

Matteo Renzi
Matteo Renzi

Gli effetti a caduta del voto proporzionale europeo continuano insomma a ripercuotersi sui due poli. Fallito l’ingresso nel salotto buono di Bruxelles al seguito di Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni fatica a mitigare le intemperanze dei due alleati di cui non può privarsi e dovrà fronteggiare la ricomposizione e il rafforzamento del fronte progressista. A cominciare dalle regionali d’autunno in Liguria, Emilia Romagna e Umbria, dove le opposizioni sembrano avvantaggiarsi, e dalla sfida referendaria sull’autonomia differenziata: terreno di contesa politica in cui l’elettorato centrista e meridionale anche interno al centrodestra potrebbe assestare un tiro mancino al governo.

Renzi, che questo scenario ha ben chiaro in mente, ha deciso perciò di accelerare l’avvicinamento al centrosinistra, fiutando la possibilità di un ritorno al governo in tempi rapidi e persino anticipati rispetto alla fine della legislatura nel 2027. Anche ieri ha ribadito che, avendo le Europee "dimostrato che il Terzo polo è irrilevante", Iv ha scelto "di stare con il centrosinistra, in modo trasparente e intellettualmente onesto". Anche il M5s di Giuseppe Conte, del resto, ha capito l’antifona elettorale. Penalizzati anche dall’impossibilità di schierare nomi di spicco, i 5Stelle hanno convocato per il 4 ottobre l’assemblea costituente che sancirà il nuovo corso del Movimento, affrancato una volta per tutte dall’ingombrante Beppe Grillo e dal limite dei due mandati per i parlamentari; oltre che di una nuova formula di "democrazia partecipativa" non più fondata sul suffragio plebiscitario delle decisioni già prese. Conte, come Renzi, guarda a un ruolo da ministro nell’eventuale esecutivo Schlein: il toscano punta la Fanesina, il pugliese vagheggia forse il Viminale o la Giustizia.

L’uno e l’altro devono però assicurare in necessario apporto elettorale. E questo è il problema specialmente per Iv. Un gruppo di amministratori del partito contesta alle dichiarazioni di Renzi la "discontinuità netta rispetto a quanto annunciato nelle settimane precedenti e alla piattaforma politica che lo ha eletto al recente congresso". E per questo chiede il congresso. Per conto del leader risponde Raffaella Paita che "l’assemblea sarà la sede per confrontare le idee ed eventualmente convocare il congresso". Nel frattempo cresce il malumore dei parlamentari che non vogliono aggregarsi al carro della sinistra. A cominciare dall’ex azzurro Enrico Costa, che con Luigi Marattin aveva firmato una lettera per chiedere a Renzi di farsi da parte e si vocifera in predicato di tornare all’ovile. Dove il mese scorso è tornato da Azione Giuseppe Castiglione e potrebbero arrivare anche l’emiliana Naike Gruppioni, passata qualche tempo fa da Azione a Iv, e Giulio Cesare Sottanelli.