
Nel suo ultimo libro il leader di Italia viva bacchetta i populisti "Sovrapporre l’immigrazione alla criminalità è un giochino banale. Per bloccare la delinquenza riportiamo gli agenti in strada dall’Albania".
Renzi Il giochino mediatico di Giorgia e dei populisti è tanto banale quanto efficace. Sovrapporre la questione immigrazione a quella della sicurezza. Parliamoci chiaramente: è ovvio che i migranti delinquono percentualmente di più. È così ovunque, è sempre stato così, sempre sarà così. Vogliamo andare a ricordare che cosa scrivevano nel 1912 i documenti americani sull’immigrazione italiana? (...) "Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie (...) vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti". E ancora: "Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro". Per poi chiudere nel modo più meloniano possibile: "I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere, ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o attività criminali". (...)
Ma quanti immigrati hanno fatto la differenza: dal sindaco di New York Fiorello La Guardia, allo sport con Joe Di Maggio, o al mondo della finanza con Amadeo Giannini, tra i fondatori di Bank of America. Per non parlare del cinema o della musica, da De Niro ad Al Pacino, da Sinatra a Lady Gaga. La stessa cosa accade oggi in Italia. Basta con la filosofia della paura: i talenti che vengono da fuori possono aiutare a rinnovare il genio italico, se solo mettiamo al centro i valori e la cultura che ci hanno sempre contraddistinto. Ma bisogna passare dalla logica della paura a offrire una speranza e una visione. Il punto chiave deve essere garantire la sicurezza.
Le parole "legge e ordine" vanno recuperate dal centrosinistra perché la Meloni non è riuscita a difenderle. Questo governo ha aumentato le pene per tutti i reati che finivano al centro dell’attenzione mediatica. Ma non ha garantito la certezza della pena, anzi. Ha inasprito le pene per chi organizza rave, per chi causa incendi, per chi acquista merce contraffatta, per la dispersione scolastica, per le baby gang, per chi istiga all’anoressia. È facile aumentare le pene. Accade qualcosa che colpisce l’opinione pubblica; zac, si fa un decreto e si aumentano le pene. E si spera – da bravi influencer – che la pancia della gente sia accontentata. I dati della criminalità, però, mostrano un aumento dei reati tra il 2022 e il 2023, nel primo anno del nuovo esecutivo. Le statistiche del 2024 mostrano un segnale preoccupante: percentualmente aumentano i reati compiuti dai minorenni. Su 100 reati commessi, nel 2023, 4 sono commessi da minori. Nel 2024 la cifra si triplica: 12 reati su 100 commessi da minori. Che vuol dire? Che mentre la Meloni inasprisce le pene a uso e consumo dei social e dei media, i minori delinquono di più.
Ma se vuoi più sicurezza, i carabinieri e i poliziotti non devono stare nei resort in Albania a fare villeggiatura: devono essere riportati a casa e destinati ad aiutare i colleghi già presenti nelle stazioni, nelle periferie, sulla strada. Se vuoi più sicurezza serve partire dalle periferie con investimenti in palestre, centri culturali, doposcuola, mondo associativo. Serve non tagliare il fondo per la povertà educativa da noi istituito nel 2016 e poi tagliato brutalmente dall’esecutivo Meloni (...). Serve essere duri con il crimine, duri con le cause del crimine, come ha sempre ricordato Tony Blair, l’unico leader di sinistra ad aver capito prima e meglio di tutti l’importanza della sicurezza.
A differenza di ciò che ha sempre raccontato la propaganda meloniana, la priorità della sicurezza non è quella di chi arriva con i barconi. Intendiamoci: bisogna bloccare il business dei trafficanti d’uomini, certo. E però Giorgia Meloni su questo oggi non ha più diritto di parola, dopo che ha scarcerato il boss dei boss del traffico dei clandestini, dopo che ha riaccompagnato con un volo di Stato il re dell’immigrazione illegale. E poi i barconi uccidono, perché sono ancora troppi i nostri fratelli che muoiono affogati nel Mediterraneo. Il problema della sicurezza interna, tuttavia, oggi è legato alla radicalizzazione dei più giovani, allo scintillare di lame che si sta verificando nelle nostre scuole e tra i nostri ragazzi. Ci sono (...) due forme di radicalizzazione che mi preoccupano molto. La prima è quella delle seconde generazioni legate all’estremismo islamico. Non voglio che l’Italia conosca – con dieci anni di ritardo – fenomeni come Charlie Hebdo o Bataclan. E per questo occorre tolleranza zero verso fenomeni di violenza, di qualsiasi genere. Ho sentito parole poco chiare contro la taharrush gamea, pratica di molestia collettiva che alcuni ragazzi arabi hanno messo in atto, ad esempio, durante il Capodanno di Milano, e che in troppi hanno sottovalutato. Poi serve l’azione delle bravissime forze di polizia per evitare la radicalizzazione terroristica. E su questo servono anche i servizi segreti. Il governo dovrebbe occuparsi di più di questo problema e mettere gli agenti dell’intelligence a spiare chi si sta radicalizzando, non il direttore di Fanpage.