Venerdì 20 Dicembre 2024
REDAZIONE POLITICA

Renzi: “Non manderemo a monte il partito unico”

Così il leader di Italia Viva dopo le tensioni con Azione. Il nodo congresso

Roma, 11 aprile 2023 – Dopo una giornata di nervi tesi, anzi tesissimi nel Terzo Polo tra Azione e Italia Viva, tra Renzi e Calenda, che sembravano a un passo dalla rottura, arrivano le dichiarazioni del leader IV. “Non c’è alcun motivo politico per rompere il progetto del Terzo Polo”, ha detto

Renzi nel suo intervento alla riunione in corso con consiglieri e parlamentari del partito al Senato.

Terzo Polo, cosa sta succedendo

“Qualcuno dice che la rottura che da stamane viene paventata da Azione nasce per esigenze di soldi, qualcuno dice per esigenze legate al Riformista, qualcuno dice che è legata allo scioglimento del partito di origine: si tratta di alibi e finte motivazioni”, ha proseguito. “A tutti voi dico - ha aggiunto - è folle mandare a monte adesso. Noi non manderemo a monte adesso il progetto di fare il partito unico”.

Una giornata a nervi tesi

Nel corso della giornata le indiscrezioni puntavano al brutto. La rottura "è una delle ipotesi sul tavolo, al pari di quella che vede Azione e Italia Viva andare avanti nel percorso verso il partito unico", avevano spiegato fonti di Italia Viva. Una situazione che è andata precipitando dalla conferenza stampa in cui Matteo Renzi si è presentato come nuovo direttore del Riformista. Una scelta della quale ha reso partecipe la controparte nel Terzo Polo, Carlo Calenda, soltanto qualche ora prima di annunciarlo alla stampa.

L’asse tra Calenda e Renzi a che punto è

L'asse fra i due, tuttavia, ha cominciato a mostrare delle crepe da alcuni mesi a questa parte. Prima, con la presidenza di Italia Viva affidata a Renzi, tornato leader non solo 'de facto', ma anche da statuto. Poi con la sconfitta in Friuli che ha visto Azione e Italia Viva fermarsi ben al di sotto della soglia di sbarramento. Rispetto a tutto questo, la conferenza di Renzi da neo direttore di un quotidiano ha rappresentato la scintilla che ha dato fuoco alle polveri. "La prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l'unica utile al paese", dice Calenda, per poi aggiungere: "Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte".

Non piace il doppio ruolo di Renzi

Fatto sta che dopo il 'richiamo' degli scorsi giorni di Calenda a Renzi - perché l'ex premier "non confonda" politica e informazione - oggi è il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, a tornare sul doppio ruolo del leader di Italia Viva: "Deve decidere se fare politica o informazione", spiega. Il riferimento è all'incarico di direttore del Riformista assunto la scorsa settimana da Renzi. "Quando mi telefona, Renzi mi parla del partito o mi intervista come direttore?", si chiede Richetti.

Le parole di Matteo Richetti

 "Chi vuole sfidare Carlo Calenda per la leadership è il benvenuto", sottolinea Richetti: "Prima di definire le caratteristiche della leadership, dico che la leadership l'abbiamo messa in campo e scritta nel simbolo. Quella leadership la sosteniamo con forza", aggiunge Richetti: "Il Terzo Polo è forte se ha un progetto chiaro per tutti. Carlo Calenda correrà supportato da tutti noi. Credo che siano gli iscritti a decidere. Lo dico anche rispetto a quello che ha fatto Schlein. Da noi decideranno gli iscritti".

A rispondere, per Italia Viva, è Ivan Scalfarotto: "Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico", spiega il senatore renziano. Ma non basta: fonti di Azione parlano di "tatticismi insopportabili" da parte di Renzi. Una osservazione che mette benzina sul fuoco di uno scontro congressuale di fatto già aperto.