Bologna, 20 novembre 2024 – Non è stato il tragico 37,7% del 2014, ma l’affluenza in Emilia-Romagna (46,4%) è comunque uno dei dati che resteranno del voto regionale che ha portato alla vittoria – quasi scontata – il centrosinistra con Michele de Pascale. Se non altro perché è di oltre venti punti più bassa rispetto a quattro anni fa. Ma chi sono gli astenuti dell’Emilia-Romagna? Per chi hanno votato nelle altre tornate elettorali? In quali schieramenti si collocherebbero, se tornassero a votare? E poi: per chi hanno votato i giovani? E infine: de Pascale ha “rubato“ voti all’altro schieramento o Elena Ugolini li ha persi tra i suoi potenziali elettori? Per rispondere a queste e altre domande, ci viene incontro l’analisi post elettorale di Swg sui flussi di voti e sul comportamento degli elettori.
Come sottolinea Rado Fonda, direttore di ricerca di Swg, de Pascale ha fatto il pieno di voti tra gli under 45 e gli over 64. E già questa è una parziale novità, perché tradizionalmente il Pd ha saputo attirare l’elettorato anziano, più fidelizzato, a scapito quello giovane, più mobile e dinamico. Ma è sempre tra i giovani che si registra anche la più alta percentuale di astenuti nelle diverse classi d’età, intorno al 60%. Percentuale che sale drammaticamente al 71% se si guarda a chi vive in condizioni economiche difficili: tra i pochi che non hanno rinunciato a votare, il preferito è stato comunque de Pascale, che ha ottenuto un alto consenso anche tra chi, al contrario, appartiene al ceto medio-alto.
Ma parlare di flussi elettorali vuol dire soprattutto analizzare come si sono spostati gli elettori tra schieramenti e dentro gli schieramenti. La vittoria netta del centrosinistra (non tanto campo largo, visto che il Pd in Regione è quasi autosufficiente...) potrebbe far pensare a un travaso di voti. Ma non è così. Il Pd, spiega Fonda, è semplicemente riuscito a portare a votare tutti i suoi elettori, attirando solo qualche voto dai centristi e da sinistra. A proposito di centristi: due terzi di chi aveva votato Renzi o Calenda alle Europee stavolta se n’è rimasto a casa. Così come un terzo degli elettori che si riconoscono nel Movimento 5 Stelle.
Nel centrodestra gli elettori di Fratelli d’Italia fanno registrare l’affluenza maggiore, considerando che più in generale nell’area a destra l’astensione si è attestata comunque intorno al 50 per cento. In questo senso, colpisce che l’elettorato più portato ad astenersi, rispetto al comportamento delle Europee, è stato a sorpresa quello di Forza Italia (47%, tra astenuti, schede bianche e nulle). Non che nel centrosinistra siano stati tutti affezionati alle urne: qui l’astensionismo oscilla tra il 32% del Pd e il 40% di Alleanza Verdi-Sinistra.
Infine, l’analisi coordinata da Fonda dimostra che l’appeal personale (63%) ha pesato più sulle scelte di voto degli elettori di de Pascale, mentre il consenso di Ugolini è stato condizionato prevalentemente dal contributo e dalla presenza delle liste nazionali (39%). Segno che, in questo tipo di elezioni, chi decide di votare sceglie in base anche alla notorietà del candidato. Sempre che decida di andare a votare...