Domenica 24 Novembre 2024
VALERIO BARONCINI
Politica

Regionali, de Pascale in campo: "Porto le ferite dell’alluvione: prevenire sarà la mia regola"

Il sindaco di Ravenna candidato Pd per l’Emilia Romagna: "Ma sarà una coalizione larghissima". "Nuove energie dai Comuni". E punge la sfidante Ugolini: è sorretta dal centrodestra, lo dica

Bologna, 13 luglio 2024 – La storia di Michele de Pascale, sindaco 39enne di Ravenna da ieri sera candidato ufficiale del Pd alla guida dell’Emilia-Romagna, è una storia di seconde occasioni, di morte, di (ri)nascita. Feroce e sorprendente come solo la vita sa essere, come anche la politica a volta sa essere: "Due incidenti hanno segnato la mia vita, non passa giorno in cui io non ci pensi", dice de Pascale, sposato e padre di due figli.

Per Michele de Pascale, 39 anni, primo cittadino dem di Ravenna, comincia la corsa per la presidenza dell’Emilia-Romagna
Per Michele de Pascale, 39 anni, primo cittadino dem di Ravenna, comincia la corsa per la presidenza dell’Emilia-Romagna

Gennaio 2011, via Bagnolo Salara a Castiglione di Cervia: il primo incidente, un colpo di sonno. Cosa ricorda?

"Io che apro gli occhi, poi la macchina si schianta. Sono vivo per miracolo".

Dieci giorni di coma farmacologico, polmoni collassati, un piede quasi staccato. Poi tanti interventi, le barre alla schiena.

"L’incidente mi ha cambiato per sempre. Ho imparato a essere più riflessivo, ho capito che cosa conta davvero nella vita".

Novembre 2015, Enrico Liverani, candidato sindaco di Ravenna, si schianta in auto alla Camerlona. E muore. Il secondo incidente.

"Ho perso un amico. Carissimo. Il resto è irrilevante a confronto della perdita. È stato terribile, è terribile".

A quel punto lei viene proposto come sindaco di Ravenna.

"La mia esperienza da sindaco è iniziata con quell’evento tragico. Ho sempre avuto, in questi anni, la sensazione di fare il sindaco al posto di qualcun altro. E quel qualcun altro era il mio amico".

E?

"E questo però è stato uno stimolo. A dare il massimo. Sempre".

Fino a oggi, il giorno in cui diventa il candidato governatore per il Pd.

"Sono estremamente riconoscente e sento questa responsabilità gigantesca. Una decisione frutto di tanti atti di generosità di altre persone".

Il ‘partito dei sindaci’ in primis.

"È una spinta che nasce dal basso, arriva soprattutto dai colleghi romagnoli, dal post alluvione. Un segnale forte per tutta la Romagna, che nasce dalle persone, dalla strada. Stefano Bonaccini arrivò dopo il terremoto, ora siamo dopo l’alluvione. Cercherò di essere utile a tutti".

Se l’aspettava?

"Il Pd ha scelto di aprire a una nuova generazione, è una scelta importante di cui sono onorato".

Ne ha parlato con la segretaria Elly Schlein?

"Lei è una delle protagoniste della candidatura. Abbiamo la stessa età, classe 1985: è una scelta che segna la responsabilità e l’impegno di una generazione, quella di noi giovani adulti. Importante".

Veniamo alla coalizione: a chi si rivolgerà?

"Se mi devo attribuire una qualità, è quella di saper tenere le persone insieme. Anche nella sfortuna. Ora comunque ci vedremo con tutti gli alleati, a cominciare dall’Alleanza Verdi-Sinistra".

Che cosa promette?

"Profondo rispetto e pluralismo, incontrerò tutte le forze politiche del nostro perimetro largo: più una forza è grande, più deve essere responsabile. Tutti gli alleati devono avere dignità e rispetto".

Fin qui i partiti. Ma fuori dal campo largo?

"Sto ricevendo da mesi in Romagna e da alcune settimane in Emilia la richiesta di partecipazione al progetto di liste civiche e progetti nati dal basso".

A Bologna, in alcuni Comuni, il Pd ha perso o è andato al ballottaggio non con i meloniani, ma con civici di sinistra. Segnali?

"Ci deve essere grande apertura. Quando un civico sconfigge centrodestra e centrosinistra bisogna prenderne atto, io incontrerò tutti e cercheremo di discutere per avere un progetto e una visione comune della Regione".

Avrà una sua lista personale a sostegno?

"Lo valuteremo, nessuna imposizione dall’alto. Ma candidare un sindaco porta con sé anche il civismo, candidare un sindaco significa coinvolgere le persone a prescindere dai partiti".

Dunque sì, avrà una sua lista.

"Parliamo di squadra: spalancheremo le porte. Tutte le porte. Faremo entrare energia. Nuove energie: non si può scegliere una nuova generazione in maniera isolata. Ci sarà spazio per tutti, ma c’è anche il nuovo".

L’alluvione, la sua battaglia.

"Se un romagnolo si ritrovasse a presiedere l’Emilia-Romagna, non avrebbe la ricostruzione come mandato, ma come obiettivo della vita. A Ravenna, nel mio Comune, arrivano tutti i fiumi della regione. Non sottovaluterò mai, anche in chiave Emilia, il tema della prevenzione. Non è un caso che il centrosinistra candidi un sindaco. Il centrodestra invece si nasconde: se il governo avesse lavorato bene, il candidato sarebbe stato il viceministro Galeazzo Bignami...".

E invece c’è solo una civica per ora, Elena Ugolini.

"Non la conosco, ma credo ci siano le basi per un buon dialogo e una campagna onesta e garbata. Ma è da due mesi che si sa che è la candidata di Bignami e lei, come prima uscita, s’è rivolta al Pd. Come partenza mi pare uno scivolone: se si è sostenuti dal centrodestra, non c’è nulla di cui vergognarsi".