Roma, 5 ottobre 2016 - Referendum costituzionale nel mirino. Dopo l'attacco del Financial Times ("Un ponte verso il nulla"), arriva il ricorso al Tar del Lazio di Sinistra Italiana e M5S contro il testo del quesito. A parere dei ricorrenti, infatti, il quesito "così formulato finisce per tradursi in una sorta di 'spot pubblicitario', tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante, a favore del Governo che ha preso l'iniziativa della revisione e che ora ne chiede impropriamente la conferma ai cittadini, che non meritano di essere ingannati in modo così plateale". Per il senatore pentastellato Vito Claudio Crimi "il testo de referendum è una truffa". Botta e risposta col Quirinale: nella nota dei ricorrenti si afferma che il quesito è stato stabilito con il Presidente della Repubblica, ma il Colle precisa che tale quesito è stato valutato e ammesso, con proprio provvedimento, dalla Corte di Cassazione, in base a quanto previsto dall'art 12 della legge 352 del 1970, e riproduce il titolo della legge quale approvato dal Parlamento.
IL RICORSO - A presentare il ricorso sono stati gli avvocati Enzo Palumbo e Giuseppe Bozzi (che attualmente difendono i ricorrenti messinesi dinanzi alla Consulta nel giudizio per l'incostituzionalità dell'Italicum), nella loro qualità di elettori e di esponenti del Comitato Liberali x il NO e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, e i senatori Crimi e Loredana De Petris (Sinistra Italiana-SEL). "I ricorrenti - si legge in una nota - lamentano che il quesito predisposto dal Quirinale non tiene conto di quanto stabilito dall'art. 16 della legge 352-1970, secondo cui, quando si tratti di revisione della Costituzione, il quesito referendario deve recare la specifica indicazione" degli articoli "revisionati e di ciò che essi" concernono. "Il quesito", aggiungono, "oltre a non specificare quali siano gli articoli della Costituzione interessati dalla riforma, alcuni dei quali ben più importanti di quelli citati (come la nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali di derivazione parlamentare), si limita invece a riprodurre il titolo del ddl di revisione, che, assieme al corretto ma insufficiente riferimento ad alcuni istituti incisi dalla revisione, riporta impropriamente anche una presunta finalità della legge (il c. d. contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria".
LE REAZIONI - "Il M5s sfiora il ridicolo. Il questito del referendum costituzionale del 4 dicembre è conforme alla legge - dichiara il senatore Pd Andrea Marcucci -. E' davvero incredibile che gruppi parlamentari che non hanno presentato un emendamento per cambiare il titolo del disegno di legge in oltre due anni, oggi facciano un inutile ricorso al Tar". E aggiunge: "La malafede dei cinque stelle e di Sinistra italiana è dimostrata anche dal fatto che il comitato per il no ha raccolto le firme per il referendum costituzionale sullo stesso quesito oggi contestato".