Venerdì 27 Settembre 2024

Referendum, Borghi (Lega) vuole cancellare la raccolta di firme online. Magi: “Paura della democrazia”

Il senatore del Carroccio annuncia che presenterà una proposta di legge dopo il boom dell’iniziativa volta a chiedere una modifica per la richiesta della cittadinanza italiana

Il senatore leghista Claudio Borghi (ImagoE)

Il senatore leghista Claudio Borghi (ImagoE)

Roma, 27 settembre 2024 – Claudio Borghi contro la raccolta firma online per i referendum. Dopo il boom di quella per la modifica della legge sulla cittadinanza italiana il senatore della Lega annuncia sui social di voler presentare una proposta di legge per cancellare questo tipo di iniziativa. "Non ci vuole un genio per capire che se la Costituzione prevedeva 500mila firme per i Referendum è perché pensava a una soglia alta per evitare consultazioni inutili – scrive su X –. Solo questioni potenzialmente maggioritarie dovevano meritare un Referendum nazionale. Se si mette la firma digitale allora anche uno che vuol abolire il cappuccino se ha abbastanza follower si può svegliare e con quattro click ci arriva".

Da qui l'alternativa dell'esponente del Carroccio. "O si alza il numero delle firme (ma allora si deve cambiare la Costituzione) o si cancella la raccolta firme con un click. Credo sia meglio questa seconda ipotesi – spiega –. Depositerò proposta di legge in proposito e credo che la maggioranza dovrebbe prenderla in attenta considerazione". E a un utente che gli contesta di voler limitare la democrazia, Borghi risponde: "Quando mai va preservato lo spirito della "costituzione più bella del mondo". La raccolta delle firme deve essere difficile come raccogliere 500mila firme a mano".

La replica di Magi

Alle affermazioni di Borghi replica però il segretario di +Europa, Riccardo Magi, promotore proprio della raccolta firme per il referendum che vuole dimezzare i tempi per richiedere la cittadinanza nel nostro Paese. "Hanno paura della democrazia, hanno paura del voto popolare, hanno paura di chi chiede più diritti – dice Magi –. Ma capisco la frustrazione del povero Claudio Borghi: da paladino no euro, ora vede Draghi varcare la soglia di palazzo Chigi e consigliare Giorgia Meloni. Chissà perché la sua premier non chiama lui come consigliere economico. Ah saperlo...".

Poi spiega: "Il numero di firme non fu previsto per avere 'una soglia alta per evitare consultazioni inutili' ma perché una richiesta di 500mila elettori ne garantisce la serietà. Questo risulta dai dibattiti alla costituente. E naturalmente una richiesta di 500mila elettori ha lo stesso peso sia che questi abbiano firmato in un luogo fisico che su piattaforma. La firma digitale vale per gli atti giudiziari, per quelli fiscali e non si capisce perché non dovrebbe valere per firmare una richiesta di referendum". "Borghi lasci decidere agli italiani se bere o no il cappuccino e se firmare o meno con Spid i referendum che vogliono'', conclude.