Roma, 8 agosto 2016 - Sì al referendum sulla riforma costituzionale. Dalla Cassazione arriva il via libera ufficiale alle firme raccolte dal Comitato per il Sì al referendum. La richiesta era stata depositata lo scorso 14 luglio e con il sì della Suprema Corte da oggi il governo avrà 60 giorni per fissare la data della consultazione. Esulta il premier Matteo Renzi, che su Twitter condivide il post del Comitato per il Sì: "Adesso possiamo dirlo: questo è il referendum degli italiani". Sempre su Twitter scrive la ministra Maria Elena Bochi, di cui la riforma porta il nome: "Via libera della Cassazione alle firme raccolte dal comitato del si'! Adesso la parola ai cittadini #bastaunsi".
Via libera della Cassazione alle firme raccolte dal comitato del si! Adesso la parola ai cittadini #bastaunsi
— maria elena boschi (@meb) 8 agosto 2016
Con l'ok della Suprema Corte arrivano le prime reazioni politiche. Il Movimento 5 Stelle chiede al premier Matteo Renzi di indicare subito la data per il voto. "Ora che la Corte di Cassazione si è pronunciata Renzi deve smetterla di prendere in giro i cittadini italiani e indicare immediatamente la data in cui si andrà a votare per il referendum costituzionale", attaccano in una nota i parlamentari grillini di Camera e Senato. Fa eco Renato Brunetta: "Dalla Cassazione via libera alla consultazione costituzionale. Ora il governo Matteo Renzi indichi subito la data del voto. Stop a scuse e trucchetti", scrive il presidente dei deputati di Forza Italia. Da Sinistra Italiana chiedono che Renzi consulti le opposizioni sulla data. "Occorre - dice Arturo Scotto - un gesto di responsabilità politica e consultare le opposizioni sulla data che non può essere manovrata a piacimento dell'esecutivo".
La scelta per la data del voto avverrà, comunque, con ogni probabilità dopo la pausa estiva. Se, infatti, la suprema Corte ha accelerato i tempi, anticipando di qualche giorno la propria decisione - aveva tempo fino al 15 agosto - l'ultimo Consiglio dei ministri, che con ogni probabilità si terrà mercoledì prossimo, non potrà trattare di questo argomento. Devono, infatti, passare dieci giorni di tempo dal pronunciamento della Cassazione per gli eventuali ricorsi. La data del referendum potrebbe essere all'ordine del giorno del Cdm alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva (tra fine agosto e i primi di settembre). Subito dopo la delibera del Cdm la parola passa al Capo dello Stato che indice, con decreto presidenziale, il referendum. Il voto potrà essere fissato in una domenica compresa tra il 50/mo e il 70/mo giorno dal decreto di indizione. Intanto avanzano le ipotesi: in gioco ci sono le dare del 20 o 27 novembre. Secondo fonti di stampa delle 580 mila firme raccolte dal Comitato e presentate il 14 luglio scorso, 550 mila sono state ritenute valide.